I no-GP reggiani contro il sindaco Vecchi: “Il green pass per la scuola sarebbe discriminatorio”

Uniti contro il green pass Reggio corteo

Il gruppo reggiano “Uniti contro il Green Pass” ha scritto una lettera aperta indirizzata al sindaco di Reggio Luca Vecchi, sottoscritta da oltre 700 persone (“vaccinate e non vaccinate”, precisano gli estensori), per contestare la proposta di escludere dalla didattica in presenza gli studenti e le studentesse non vaccinati.

“Egregio sindaco Vecchi, apprendiamo con scarso stupore e grande disappunto che anche lei ha deciso di apporre la sua firma al documento con cui vari sindaci italiani si rivolgono al governo invocando a gran voce l’obbligo di green pass nelle scuole. La motivazione di questa folle richiesta sarebbe quella di continuare a garantire il diritto costituzionale all’istruzione anche a fronte dell’attuale aumento dei contagi, evitando di ricorrere alla didattica a distanza, il cui conclamato fallimento viene riconosciuto anche nel documento da lei sottoscritto”.

“Ci riteniamo molto soddisfatti del fatto che, a quasi due anni dall’inizio della pandemia, la classe politica sia finalmente riuscita a riconoscere i disastri educativi e psicologici della Dad e ci allieta ancora di più il pensiero che il nostro sindaco si interessi al diritto all’istruzione, riconoscendolo come garantito dalla nostra Costituzione. Ciò che non possiamo proprio tollerare, invece, è la soluzione proposta per la tutela di studentesse e studenti, vale a dire l’imposizione del dispositivo discriminatorio anche in aula”.

In questo modo, secondo i sottoscrittori della lettera aperta, “il diritto all’istruzione in presenza diventerebbe una concessione della politica all’èlite dei possessori di green pass, mentre coloro che ne sono sprovvisti verrebbero relegati alla didattica a distanza. Siamo stanchi dell’ipocrisia di un sindaco che non ha dato ascolto ai numerosissimi appelli dei cittadini riguardo ai danni dovuti alla Dad, salvo poi accorgersi spontaneamente dell’importanza della didattica in presenza solo quando la sua tutela può essere utilizzata come pretesto per introdurre l’obbligo di tessera verde anche all’interno dei nostri istituti scolastici”.

“Non sopportiamo più una classe politica che vede nel green pass la panacea di tutti i mali e ne fa un utilizzo smodato al solo fine di non assumersi le proprie responsabilità, perché se i contagi aumentano nelle scuole reggiane la causa non è da individuare nel fatto che studentesse e studenti non sono soggetti al controllo del passaporto vaccinale, quanto piuttosto nell’inadedeguatezza della sua amministrazione nella gestione dell’emergenza, in linea col pessimo operato del governo”.

Per il gruppo “Uniti contro il Green Pass” di Reggio “la cittadinanza non ha riscontrato alcun miglioramento in un trasporto pubblico che andrebbe implementato a prescindere dalla pandemia. Nulla è stato fatto per abolire le classi pollaio, nonostante gli innumerevoli appelli ricevuti. Le carenze strutturali, così come quelle dei mezzi pubblici, non si vaccinano e qualora l’appello che ha firmato dovesse essere preso in considerazione dal governo, i più giovani dovrebbero pagare le conseguenze dell’inadempienza della politica e delle amministrazioni locali”.

“La invitiamo pertanto ad assumersi le sue responsabilità e a utilizzare il suo tempo per migliorare gli spazi scolastici, anziché sprecarlo per sottoscrivere provocazioni che non fanno altro che incrementare la polarizzazione e l’odio tra cittadini vaccinati e non vaccinati. Ci auguriamo anche che prenda visione del testo costituzionale per un ripasso, poiché la nostra Costituzione dice chiaramente che “La scuola è aperta a tutti” (articolo 34) e che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge” (articolo 3)”.

“Non nutriamo particolare speranza di venire ascoltati da un esponente di quella stessa classe politica che ha osato spingersi talmente oltre da arrivare a correlare il diritto al lavoro a un certificato che non ha nulla di sanitario. Questa lettera, a differenza di quella da lei sottoscritta, non vuole essere un appello, bensì una pubblica denuncia dell’incompetenza della sua amministrazione e una ferma espressione del nostro dissenso nei confronti del suo operato. I firmatari di questa lettera, cittadine e cittadini, vaccinati e non vaccinati, non si sentono rappresentati da lei e questo, per un sindaco, dovrebbe rappresentare il fallimento più grande”.