Modena, per i comitati rischio Panaro e Secchia

alluvione Panaro 20

“La cassa di espansione del Secchia è adeguata solo alle piene piccole e con gravi errori di progetto e la cassa di espansione del Panaro adeguata alle piene medie, ma con dubbi per la tenuta del sistema arginale a valle.” E’ quanto afferma un gruppo di cittadini di Modena, Campogalliano, Bastiglia e Soliera – attraverso i comitati Salute ambientale di Campogalliano, Arginiamo, Secchia e Respiriamo aria pulita di Modena – che dopo aver presentato due anni fa una denuncia-querela contro ignoti in Procura sull’alluvione del Panaro del 2020 che colpì Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia e la stessa Modena , in una nota ribadiscono la loro preoccupazione per la tenuta dei due corsi d’acqua e , soprattutto, la mancanza di progetti migliorativi da parte della Regione.

“Dopo l’alluvione del Secchia nel 2014 provocata da una rotta arginale con una piena piccola sono state pubblicate varie relazioni tecniche da parte degli enti preposti alla sicurezza idraulica che descrivono lo stato dei fiumi modenesi Secchia e Panaro e gli interventi necessari per la loro messa in sicurezza – scrivono i quattro comitati – Il risultato di questi studi si può riassumere con: la cassa di espansione del Secchia è adeguata solo alle piene piccole e con gravi errori di progetto e la cassa di espansione del Panaro adeguata alle piene medie, ma con dubbi per la tenuta del sistema arginale a valle. Ci siamo quindi attivati per capire quali fossero le intenzioni della Regione per la messa in sicurezza del nodo idraulico modenese.

“Come pool di comitati della pianura modenese abbiamo ottenuto un incontro in Regione dal governatore Bonaccini e dall’assessore Priolo nell’ottobre 2020 in cui ci è stato spiegata la mancanza dei progetti per la messa in sicurezza sia di Secchia che del Panaro e quindi l’impossibilità di ottenere i fondi Pnrr. La linea di condotta espressa dell’assessore Priolo è stata il Panaro è in sicurezza per una piena media e va bene così, per il Secchia abbiamo un progetto migliorativo per adeguarlo ad una piena media ma non ci sono i tempi per richiedere i fondi europei e la Regione non può metterli di tasca propria.”

“Era quindi evidente – proseguono – l’intenzione di lasciare tutto come era con i fiumi lontanissimi da un livello di sicurezza minimo (la piena centenaria). Usciti sbalorditi dall’incontro perché consapevoli della mancanza di volontà della Regione dopo due mesi, nel dicembre 2020, abbiamo assistito all’alluvione del Panaro a Nonantola causata sempre da una rotta arginale con una piena medio piccola. Di fronte a questa situazione intollerabile di pericolo costante per la popolazione modenese e l’atteggiamento della regione che non ha ascoltato i tecnici abbiamo reagito. Un gruppo di una decina di cittadini di Modena, Campogalliano, Bastiglia e Soliera ha deciso di fare una denuncia-querela contro ignoti alla Procura della Repubblica per individuare le responsabilità di questa inerzia pluriennale da cui non si riesce ad uscire”

“Vista la catastrofe successa quest’anno in Romagna con tutti i fiumi della regione esondati con piene medio piccole come documentato nell’analisi dell’evento fatta dall’università di Modena e Reggio siamo ancora più convinti della necessità di un’indagine della magistratura per individuare le responsabilità di questa colpevole inerzia. Oggi – concludono i cittadini – il Panaro è nelle stesse condizioni dell’alluvione del 2020 in teoria sicuro per le piene medie. Il Secchia in sicurezza per le piene piccole. Per entrambi non ci sono i progetti per la messa in sicurezza minima e cioè la piena centenaria.”

Proprio lo scorso novembre, tuttavia, la Regione Emilia-Romagna – con tanto di sopralluogo e reportage fotografico – aveva annunciato investimenti per ben 52 milioni di euro per il rialzo e il ringrosso degli argini di Panaro e Secchia.