Zaki è libero: vado al Cairo, ma presto farò festa a Bologna

Patrick Zaki videocollegamento

“Penso a ritornare a Bologna per ritrovare i miei colleghi all’università”, lo ha detto Patrick Zaki che da oggi finalmente è libero. Il giovane ha lasciato questa mattina l’edificio della Direzione di polizia di Nuova Mansura dopo la grazia presidenziale. Ha detto ancora il neolaureato in letterature moderne comparate postcoloniali dell’Alma Mater: “Ora torno al Cairo. Sono felice”, ha detto ai giornalisti che lo attendevano da ore sul posto. “Penso a tornare in Italia il prima possibile, speriamo che avvenga presto”. Tuttavia ci sono una serie di incombenze anche di natura burocratica che Italia ed Egitto stanno affrontando per consentire la partenza e questo potrebbe comprtare un qualche ritardo.

Appena liberato, dopo aver stretto la mano a un uomo della sicurezza, il 32enne egiziano è stato stretto dal lungo abbraccio della madre Hala, poi la fidanzata Reny Iskander, la sorella Marise e il padre George.

Il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi aveva concesso mercoledì la grazia a Patrick Zaki. La decisione era stata presa dopo la condanna a 3 anni di carcere dello studente egiziano, iscritto all’Università di Bologna (dove si è laureato con 110 e lode lo scorso 5 luglio). La sentenza della corte speciale – che aveva condannato l’attivista per “diffusione di notizie false” per alcuni articoli scritti sui social – non era appellabile e ieri Zaki era stato arrestato immediatamente nell’aula del tribunale. Dei 3 anni, avrebbe dovuto scontare ancora 14 mesi. Dopo la condanna, erano stati diversi gli appelli per la concessione della grazia sia da parte del governo italiano che di quello degli Stati Uniti.