Suicidio assistito, primo sì in Italia a tetraplegico da 11 anni: non voglio una vita di torture

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Mario, camionista marchigiano di 43 anni, tetraplegico immobilizzato da 11 anni dopo un incidente stradale, è il primo malato a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito in Italia. Dopo un iter di 13 mesi, il Comitato etico dell’azienda sanitaria marchigiana, formato da un’equipe di medici e psicologi, ha verificato la sussistenza di tutte e quattro le condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale, tra cui l’irreversibilità della malattia, l’insostenibilità del dolore e la chiara volontà del paziente. A darne notizia è l’Associazione Coscioni che dopo la sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 sul caso di Dj Fabo si è sempre battuta perché anche in Italia si potesse applicare il suicidio assistito. La sentenza della Corte Costituzionale numero 242 del 22 novembre 2019 ha aperto la strada al suicidio assistito, sia pure circoscrivendolo con paletti molto rigorosi.

“Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni”. Questo, rende noto l’Ass. Coscioni, il commento di Mario – primo malato ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito in Italia – dopo aver letto il parere del Comitato etico. «Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita. Nessuno – dice in un video – può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni», e «condannarmi a una vita di torture. Si mettano da parte ideologie, ipocrisia, indifferenza, ognuno si prenda le proprie responsabilità perchè si sta giocando sul dolore dei malati».



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  1. ABELE

    NESSUNO TOCCHI CAINO DICONO I…
    NOI LIBERI DI MENTE, NON DISPOSTI A PORTARE IL CERVELLO ALL’AMMASSO, RITENENDO CHE IL POSTO DI SATANA SIA L’INFERNO , CIOE’ LA MORTE SENZA SPERANZA, CI PERMETTIAMO IMPLORARE:
    NESSUNO TOCCHI ABELE


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