Su estradizione dei 10 ex terroristi interviene Macron: deve giudicarli l’Italia. Valutiamo ricorso

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“Per quanto riguarda le decisioni del sistema giudiziario francese, per definizione, non mi pronuncio. In ogni caso, ho detto che politicamente sostenevo l’approccio, e che appoggiavo la richiesta del governo italiano per quanto riguarda questi brigatisti, in accordo peraltro con la dottrina che la Francia ha sempre avuto”.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha confermato il suo sostegno alle richieste del governo italiano di estradare gli esponenti di gruppi politici estremisti fuggiti in Francia che si sono macchiati di reati di sangue, in coerenza con la cosiddetta “dottrina Mitterrand”. Pur non commentando la sentenza di ieri della Corte d’Appello di Parigi sfavorevole all’estradizione di 10 ex terroristi italiani, il presidente ha affermato che il governo verificherà se è possibile un ricorso alla Corte Suprema francese.

“Perché la Francia – ha ricordato – aveva respinto solo le richieste di estradizione di persone non coinvolte in crimini di sangue. In questo caso specifico – ha rilevato il presidente francese -, queste persone sono state coinvolte in crimini di sangue e meritano di essere processate sul suolo italiano. Questo è il rispetto che dobbiamo alle famiglie delle vittime e alla nazione italiana”. Ora, ha continuato Macron, “è stata presa una decisione legale.

Tra i 10 terroristi anche il 79enne Giorgio Pietrostefani, ex manager delle Officine Reggiane, il più anziano dei dieci, oggi in cattive condizioni di salute. Giorgio Pietrostefani, che per anni ha vissuto a Reggio Emilia, città nella quale era stato arrestato nel 1988, poi condannato a 22 anni di carcere, dal Duemila era fuggito in Francia da latinante. Pietrostefani è stato uno dei fondatori di Lotta Continua, organizzazione extraparlamentare che operava pubblicamente ma a cui sentenze passate in giudicato addebitano l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, il 17 maggio 1972, di cui Giorgio Pietrostefani è stato riconosciuto come uno dei mandanti e per questo condannato a 22 anni.