Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna passano oggi in area bianca. Tutte le altre regioni e province autonome sono in area gialla. Dal 7 giugno saranno in bianco – secondo l’attuale andamento dei contagi – anche Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto, mentre dal 14 dovrebbe toccare a Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e alla provincia di Trento.
Le ultime sette regioni ancora gialle potrebbero cambiare colore dal 21 giugno, con l’inizio dell’estate. Il calendario delle riaperture prevede (per le regioni non bianche) il via libera dal 15 giugno ai matrimoni con cerimonia, parchi tematici e congressi; dal 21 giugno via il coprifuoco; dall’1 luglio riprendono infine corsi di formazione, centri benessere, sale giochi, eventi sportivi al chiuso, piscine coperte. Per quest’ultima attività Anna Maria Bernini (Forza Italia) invita il Governo a valutare “con grande attenzione l’appello del presidente della Federazione Nuoto Paolo Barelli, che chiede di anticipare la riapertura”. Sul fronte vaccini, giovedì prossimo si archivia definitivamente il sistema delle fasce di età (già bypassato in alcune Regioni dai vari open day organizzati) : chiunque, dai dodicenni in su, potrà vaccinarsi.
Con l’arrivo dell’estate, il 21 giugno, l’Italia potrebbe essere tutta ‘bianca’ e nello stesso giorno potrebbe dire addio – almeno all’aperto – all’utilizzo delle mascherine, uno dei simboli di quest’anno e mezzo di pandemia. I dati del monitoraggio settimanale confermano il calo della diffusione del virus e per la prima volta, se mantenuti nelle prossime tre settimane, indicano una data certa nella quale tutto il paese sarà libero dalle restrizioni che da ottobre scorso hanno scandito le giornate degli italiani. L’analisi della cabina di regia è chiara: l’indice di diffusione del contagio – l’Rt, che ormai non conta più ai fini dell”assegnazione dei colori – è a 0,72, in calo rispetto alla settimana scorsa. E soprattutto, dopo mesi l’incidenza è finalmente sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti (è a 47): significa che i sistemi sanitari sono in grado di effettuare un tracciamento efficiente dei casi e dei loro contatti, contenendo così il diffondersi del Covid. Non solo: la pressione sui servizi ospedalieri è ben al di sotto della soglia critica in tutta Italia (14% di posti occupati in area medica e 15% in terapia intensiva) e tutte le regioni hanno un rischio basso.







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