Elezioni Reggio: ci siamo chiesti…

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Per le prossime elezioni comunali, ci siamo chiesti…

Ci siamo chiesti cosa succederebbe se a Reggio, in vista delle prossime elezioni comunali, il centrodestra presentasse una candidatura fortemente caratterizzata dal punto di vista “civico”.

Una sorta di operazione analoga a quella compiuta, con successo, dal centrosinistra a Verona e a Vicenza.
Solo che stavolta a realizzarla, l’operazione, sarebbe il centrodestra reggiano, candidando una persona culturalmente riconducibile a quell’area politica ma non completamente appiattita su di essa.
Una persona le cui qualità individuali rappresentassero una garanzia di onestà e competenza riconosciuta da tutta la città: anche da quella porzione che non la voterebbe mai.

Un/una centrista che guardasse a destra (se la parafrasi non risulta offensiva per qualche Padre della Patria).
Una persona le cui caratteristiche morali e professionali certificassero autonomia non solo economica dalla politica e che, pur riconoscendosi nei valori generali del centrodestra, non avesse per esempio timore a dichiararsi antifascista e a riconoscere gli immigrati come una risorsa senza nascondere le insidie di una integrazione a tratti faticosa.

Una persona che sul tema della sicurezza non sminuisse le percezioni dei cittadini, si confrontasse con la realtà ed agisse di conseguenza con gli strumenti a disposizione.
Una persona che, a proposito dei problemi del Centro Storico, non se la prendesse con chi tinteggia le vetrine dei negozi chiusi, ma tentasse di mettere in campo iniziative e scelte sulla scia di traiettorie già tracciate da altre parti, per provare a rilanciarlo.

E, ancora, una persona che tra le idee per un rilancio del Centro immaginasse anche di promuovere e agevolare progetti qualificanti per riportare in città attività che sviluppassero lavoro ed operosità e, attraverso di esse, richiamassero anche donne e uomini che il Centro stesso lo vivessero e lo facessero vivere rendendolo più attrattivo e più sicuro.

Una persona che, per questa via, si rivolgesse direttamente a categorie economiche e sociali ancora provate dalla pandemia, stressate dai costi energetici e deluse da alcune scelte amministrative non condivise.

Ma noi, come d’abitudine, ci fermiamo alle domande chiedendoci, appunto, cosa succederebbe nell’eventualità appena abbozzata.
Il centrodestra di Reggio è perfettamente in grado di scegliersi la persona che meglio si adatta alla sfida elettorale e non ha certo bisogno che altri propongano soluzioni al posto suo.

Quest’ultima considerazione vale ovviamente anche per il centrosinistra.
Con una diversità: il giudizio degli elettori si concentra in modo particolare sui risultati di chi ha amministrato fin qui e arriva per differenza su chi si propone come alternativa.
Pur non sottovalutando il peso che può avere la voglia di novità come valore in sé, c’è qualcuno che ha prima di tutto il dovere di rendicontare e c’è qualcun altro che ha il diritto di prendere impegni per il futuro.
Tuttavia, se dal secondo dopoguerra le cose vanno in un certo modo, qualche buona ragione deve pur esserci stata.

È anche per questo che se Reggio nel 2024 dovesse passare al centrodestra, i fari andrebbero puntati sui torti di chi ha perso e non sulle ragioni di chi ha vinto.

Fra Diavolo