Dopo Bibbiano: se a pagare sono sempre i minori

stazione di Bibbiano

Cosa resta, oltre le responsabilità penali e civili dei protagonisti, per altro ancora in corso di accertamento, della storia di Bibbiano? Quali sono gli effetti della campagna di stampa e di strumentalizzazione politica? Della sua narrazione?

Partiamo da “Angeli e Demoni”: il titolo di un romanzo di Dostoevskij, più che di una inchiesta giudiziaria. Andiamo avanti: si racconta di un sistema di tutela dei minori, faticosamente realizzato in decenni di lavoro, identificato a sistema corrotto contro i minori e contro le famiglie alle quali sono indebitamente sottratti i figli da assistenti sociali, psicologi e psicoterapeuti considerati ciarlatani, corrotti, perversi.

Purtroppo, lo sappiamo tutti, non è così. Le famiglie non sono sempre tutte sane. Anzi. Chi lavora nel sociale e nell’educazione lo sa. Chi ci parla di corruzione sempre nel sistema di tutela, e solo di sacre famiglie, dice il falso. E, così facendo, infierisce ancora una volta sui più fragili tra i fragili: i minori in situazioni difficili.

Chi restituirà la lesa immagine e la lesa dignità all’avvocato Marco Scarpati, ora che sono cadute tutte le accuse verso di lui Esistono ancora assistenti sociali e un sistema di tutela dei minori, oggi, nei Comuni della val d’Enza? O minori in situazioni di difficoltà? O sono magicamente svaniti tutti?

Come docente chiedo una risposta: perché se a scuola si accettano, giustamente, tutti i bambini e i ragazzi, occorre sapere bene, al termine delle lezioni, a chi consegnarli. Anche a genitori che non hanno la patria potestà?

Diversi casi di minori gestiti dalla val d’Enza sono stati distribuiti ai sistemi di tutela di Reggio e di altri paesi. Con il risultato che, magari, in questi comuni potrebbe esserci una sola persona – il sindaco, o un suo sostituto – che si occupa della patria potestà di oltre cento minori. Cioè senza neppure la possibilità di conoscerli. Si può fare meglio?

Fa bene il Comune di Reggio, città delle persone, a difendere l’immagine dell’ente che tutela i minori da attacchi e strumentalizzazioni. Ma in questa situazione di attacco, oggi si può investire meglio e di più su questa fragilità?

Magari ascoltando l’allarme dello psicologo Pascarella quando afferma che “il rischio, adesso, è quello di avere bambini che dovrebbero essere allontanati che continuano a vivere in una situazione in cui i genitori vengono meno ai loro doveri”?

Passerella aggiunge: “Perché i Comuni ricorrono a centri privati? Perché il servizio pubblico in ambito sanitario purtroppo spesso non è sufficiente”. Non sarebbe forse il caso di rafforzarlo, questo servizio, invece di proporre da parte del pubblico – Stato, Regioni, Comuni – politiche sanitarie e scolastiche che puntano sempre più sull’esternalizzazione delle tutele e dei servizi fondamentali alla persona?