Dazi Usa, anche Mammi punge l’Europa. “Preoccupati per Dop e Igp e per il vino”

Alessio Mammi a New York ph. Dell’Aquila Fabrizio DSC_3607 – AM

“Dall’Unione europea è venuta a mancare un’azione davvero unitaria, che avrebbe permesso di ottenere condizioni migliori, messo in evidenza minore squilibrio sulla bilancia commerciale e reso il negoziato più agevole. Ora serve una reazione che sostenga le imprese”.

Anche secondo Alessio Mammi, assessore all’agricoltura e ai rapporti con l’Unione Europea della Regione Emilia-Romagna, è negativo il bilancio dell’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Unione europea che prevede, da parte degli Usa, l’imposizione di un dazio del 15% su gran parte delle merci europee destinate all’altra sponda dell’Atlantico.

Per l’assessore “l’Emilia-Romagna è la regione che esporta di più negli Stati Uniti: se venissero confermate le anticipazioni sui contenuti dell’accordo (il testo definitivo dell’intesa, infatti, non è ancora stato reso noto al momento della pubblicazione di questo articolo, ndr), sarebbe necessario mettere in campo misure compensative per i comparti colpiti. Siamo preoccupati per tutte le nostre Dop (denominazioni d’origine protetta, ndr) e Igp (indicazioni geografiche protette, ndr) e per il vino: auspico fortemente che ci saranno esenzioni a questi nuovi dazi. Adesso serve un contrattacco deciso che punti a potenziare l’export e a tutelare le filiere colpite e i redditi dei lavoratori”.

Leggi ancheI numeri delle esportazioni dell’Emilia-Romagna verso gli Stati Uniti

Al momento, ha ricordato Mammi, “non sappiamo se le tariffe del 15% saranno comprensive dei dazi precedenti o andranno ad aggiungersi a questi, andando a comporre un quadro che sarebbe molto preoccupante. Ma anche nel caso fossero onnicomprensivi, danneggerebbero comunque l’economia, italiana e mondiale, perché essendo tasse aumenteranno l’inflazione e faranno calare il potere d’acquisto, e fanno prevedere a Confindustria un calo dell’export pari a 22 miliardi di euro”.

A questa situazione, ha aggiunto l’assessore regionale, “vanno sommati anche gli aumenti che imprese e famiglie stanno affrontando a causa della situazione geopolitica e la svalutazione del dollaro, senza considerare quello che resta l’aspetto più grave: la mancanza di chiarezza sulla reciprocità dei dazi e l’indecisione nell’introduzione della cosiddetta web tax che andrebbe a colpire le Big Tech, che continuano a beneficiare di condizioni fiscali incomprensibili se paragonate a quelle delle aziende manifatturiere che creano posti di lavoro e ricchezza in Europa”.

Sul piano più strettamente politico, sottolinea ancora Mammi, “è venuta a mancare un’azione davvero unitaria, forte e condivisa da parte dell’Unione Europea, che avrebbe permesso di ottenere condizioni migliori: ad esempio, facendo rientrare nell’accordo i comparti dei servizi, della finanza, dell’energia e della difesa avrebbe riequilibrato lo squilibrio sulla bilancia commerciale e reso il negoziato più agevole”.

Adesso, ha concluso Mammi, “è necessario pensare a soluzioni e prevedere interventi compensativi a favore delle filiere colpite dai dazi che possiamo mettere in campo come Paese e come Unione Europea. Servirebbe possibilmente un nuovo Next Generation EU, finanziato con debito comune europeo per sostenere le manifatture a essere competitive. Nel solco indicato dai rapporti Draghi e Letta per la creazione di un vero mercato comune. Agire sulla riduzione del costo del lavoro, la semplificazione e la competitività delle imprese investendo su logistica, energia, tecnologie, dati, ricerca e favorire il rientro di ricercatori, medici, professionisti della conoscenza. Bisogna, inoltre, continuare a investire negli Stati Uniti, mercato fondamentale e irrinunciabile e che ama i nostri prodotti, e dove l’Emilia-Romagna ha record assoluto di export pro-capite, ma contemporaneamente esplorare nuovi mercati, come l’Asia del Giappone e della Corea del Sud e il Sud America. Ma per aiutare le nostre imprese ad affrontare il duro colpo dei dazi dobbiamo far ripartire la domanda interna, soprattutto in Italia. Perché il 70% dell’economia del Paese è legato alla domanda interna, quindi è fondamentale attuare una politica di sostegno dei redditi di chi lavora”.



C'è 1 Commento

Partecipa anche tu
  1. Giacomo Reverberi

    Caro Mammi, chi è che sostiene la Tedesca, voi del Pd e la Melona, quindi non lamentatevi ora, chi è colpa del suo mal, pianga se stesso


Invia un nuovo commento