Covid, Legacoop Emilia-Romagna: “C’è maggiore tenuta economica dove la cooperazione è più forte”

Giovanni Monti Legacoop Emilia Romagna

“L’instabilità di governo è l’ultima cosa di cui si ha bisogno in una situazione come questa. Sono certo che il presidente della Repubblica individuerà la soluzione più giusta, ma tutte le forze politiche sono chiamate a comportarsi responsabilmente nell’interesse del Paese”: ne è convinto il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti, che ha parlato alla stampa alla vigilia dell’assemblea delle delegate e dei delegati dell’associazione economica regionale, in programma venerdì 29 gennaio.

L’assemblea vedrà l’intervento del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, “perché abbiamo voluto sottolineare come la soluzione ai problemi si trovi assieme all’Europa, non contro l’Europa”, e la partecipazione del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini: la Regione, ha spiegato Monti, “anche in virtù del Patto per il lavoro e il clima è un importante riferimento per intrecciare i progetti delle cooperative alle risorse e agli obiettivi concordati a livello europeo”.

(l’assemblea sarà trasmessa in diretta streaming dalle 9.30 sul canale Youtube di Legacoop Emilia-Romagna).

Il tema dell’assemblea, “La cooperazione c’è”, racchiude l’impegno della cooperazione emiliano-romagnola nell’affrontare la crisi causata dall’impatto della pandemia: “Ci siamo, in primo luogo verso le cooperatrici e i cooperatori. Non possiamo nasconderci i rischi occupazionali e l’erosione dei redditi: faremo di tutto perché nessuno resti solo e affinché redditi e posti di lavoro siano salvaguardati. Ci siamo per le nostre comunità e per i nostri territori, con progetti che contrastino le fragilità, riqualifichino le città e l’ambiente, dotino la regione di quelle infrastrutture materiali e immateriali indispensabili ad assicurare uno sviluppo sostenibile e un’alta qualità della vita e del lavoro”.

“Sul territorio dove la cooperazione è più forte e presente, la capacità di tenuta è più forte rispetto a dove la cooperazione è più debole”, ha sottolineato Monti: “Noi come cooperazione abbiamo nel dna la capacità di coinvolgimento dei nostri soci. Oltre alla dimensione imprenditoriale, il progetto cooperativo vuole essere la ricerca di una nuova efficienza, l’avere strategie che rispondono agli obiettivi e avere conti solidi e a posto dal punto di vista patrimoniale”.

Monti ha evidenziato come i danni dell’emergenza sanitaria abbiano afflitto in modo differenziato i diversi comparti in cui opera la cooperazione emiliano-romagnola aderente a Legacoop: a soffrire di più sono stati i servizi, in particolare la ristorazione collettiva e il trasporto di persone, e il settore della cultura, con spettacoli ed eventi praticamente azzerati, e di conseguenza anche i ricavi. In sofferenza anche il turismo, mentre gli altri comparti hanno subito danni più limitati. L’agroalimentare ha registrato una significativa contrazione delle vendite destinate all’Horeca, e parzialmente nelle esportazioni.

Secondo le stime di Prometeia, che saranno presentate in apertura di assemblea da Stefania Tomasini, le cooperative – con l’eccezione di turismo, intrattenimento ed eventi – potranno recuperare i fatturati pre-Covid entro il 2023, più rapidamente della media delle imprese che operano negli stessi settori.

“Anche da questa analisi emerge la resilienza che caratterizza le cooperative”, ha osservato Monti: “Un grande ringraziamento va alle nostre socie e ai nostri soci che hanno garantito servizi essenziali affrontando rischi e comprensibili timori senza mai tirarsi indietro. Va ricordato che la cooperazione sociale ha più volte lamentato la carenza di personale per le attività di cura e chiesto alla Regione la possibilità di assumere, formandolo, personale da qualificare e persone provenienti da paesi esteri”.

Per quanto riguarda i vaccini, infine, la cooperazione emiliano-romagnola ha già avviato una campagna di sensibilizzazione e coinvolgimento per assicurare la più ampia adesione della popolazione, in particolare per chi è a contatto con persone fragili o opera in luoghi a maggior rischio di contagio. “C’è un vuoto legislativo che riguarda l’obbligatorietà o meno della vaccinazione per chi opera in questi settori”, ha ricordato Monti: “Rispettiamo chi non vuole vaccinarsi, ma rispettiamo anche le persone delle quali dobbiamo prenderci cura. Una volta valutata l’ampiezza delle adesioni, andrà fatto un ragionamento su questo punto”.