Covid, ci si mette anche San Gennaro

San Gennaro

Non si è ripetuto il miracolo di San Gennaro: il sangue è rimasto denso e rappreso, informa l’abate della cattedrale di Napoli, e tanto basta per far presagire ulteriori luttuosi eventi, come se nel 2020 ormai alla fine non ne fossero avvenuti abbastanza.

La conta di martedì reca la cifra esorbitante di 846 morti causa Covid, uno dei dati in assoluto peggiori dall’inizio della pandemia, e la gravità della situazione si riflette sulla paralisi governativa, dovuta a pressioni contrastanti circa le misure da assumere di qui alle festività natalizie.

L’incapacità dell’esecutivo di scegliere come comportarsi di qui al 7 gennaio, stante la rinnovata emergenza Covid, ne evidenzia i limiti sostanziali di visione e di qualità operative. Il premier sta fermo, immobile, congelato, del tutto dedito a rintuzzare gli assalti che gli stanno recando gli alleati che reggono il suo governo, Renzi in testa (con il Pd in larga parte d’accordo). Ma non è accettabile che le forze politiche, tutti compresi e a iniziare da Conte, non riescano a mettere in un angolo schermaglie e tatticismi per cercare di unire l’intero paese a tutela della salute pubblica, che è il primo dovere verso i cittadini.

Mancano pochi giorni a Natale e ancora non è dato sapere quale sarà il perimetro di spostamenti per sessanta milioni di italiani. Nulla è ancora stato deciso. Le voci si rincorrono, le ipotesi circolano, nessuno tuttavia è in grado di capire se e come si potrà vivere nei prossimi venti giorni.

La situazione è surreale. Chi volesse raggiungere i parenti avrà a disposizione il weekend entrante, con prevedibili difficoltà. Per i lavoratori della ristorazione il problema è più grave: non sanno se potranno aprire e di conseguenza non sanno se acquistare o meno le materie prime.

In generale, gran parte della popolazione intende uscire di casa sfuggendo a controlli che si rivelano difficili da attuare. Sconcertante è la tiritera sui piccoli Comuni: il governo non riesce ancora a decidere se ci si potrà trasferire dall’uno all’altro, fissando eventualmente una distanza massima (dieci, venti chilometri? O via libera all’interno delle singole province?).

In attesa di una decisione, che visto il ritardo con cui arriverà sarà comunque sbagliata, si cerca di rasserenare gli animi dando notizie sui vaccini improntate all’ottimismo.

Sono allo studio provvedimenti che consentano la progressiva riapertura delle attività attraverso patentini o certificazioni di avvenuta vaccinazione. La misura è allo studio nel mondo dello spettacolo. Potrebbe accadere, ad esempio, che il futuro concerto di Ligabue alla nuova arena di Reggio Emilia (centomila biglietti già venduti, già rinviato a giugno 2021 ma probabilmente di nuovo rinviato a settembre 2021) sia accessibile ai soli vaccinati, anche con l’iniezione sul posto.

Il punto è che i sondaggi sono piuttosto scoraggianti. I no Vax restano una piccola minoranza, mentre meno della metà degli italiani sarebbe disposta a farsi vaccinare appena possibile. Gli indecisi sono ancora moltissimi. Ci sarà da litigare ancora parecchio, nel 2021. San Gennaro prevede altri guai.