Nel primo trimestre 2018, le costruzioni emiliano-romagnole accelerano il ritmo e ottengono un aumento del volume d’affari dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E’ quanto emerge dai dati più significativi dell’indagine sulla congiuntura delle costruzioni di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
Nonostante ciò – sottolinea Unioncamere regionale – il saldo dei giudizi tra la quote delle imprese che rilevano un aumento o una riduzione del volume d’affari si è inaspettatamente indebolito ed è sceso da +14,5 a +5,4 punti. Nel trimestre si è decisamente ripresa la tendenza positiva per le piccole imprese da 1 a 9 dipendenti (+1,9%) e resta sostenuta per le medie imprese da 10 a 49 dipendenti (+1,7%), mentre per le grandi imprese da 50 a 500 dipendenti il rallentamento del trimestre precedente è stato seguito da un lieve arretramento del volume d’affari (-0,1%).
Con la più contenuta flessione dalla fine dal primo trimestre del 2012, a fine marzo le imprese attive nelle costruzioni sono risultate 65.579, pari a 816 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-1,2 %).
Nei due raggruppamenti principali – continua l’analisi di Unioncamere – la riduzione è risultata più rapida e leggermente più ampia per le imprese operanti nella costruzione di edifici (-413 unità, -2,5%), ma quasi altrettanto ampia per quelle attive nei lavori di costruzione specializzati (-387 unità, -0,8%), che concentrano le imprese minori. La diminuzione è determinata soprattutto dalle ditte individuali (816 unità, -1,8%), quindi dalle società di persone (-4,5 %, -319 unità).
Queste risentono negativamente dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina l’aumento delle società di capitali (+2,9%, 361 unità), con un ritmo non toccato dal secondo trimestre 2010.
Ultimi commenti
Mattia è uno di quegli studenti che ogni professore vorrebbe avere in aula. Sono onoratissimo di essere stato anche minimamente di ispirazione per questo bellissimo
Un grande. Se non ci fosse stato quel venduto di dipietro noi socialisti saremmo ancora li' e l'italia sarebbe al top
interessante gianni celati