Via della Seta: ‘Con la Cina patto limpido’

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Continua a fare discutere la nuova Via della Sete e l’accordo dell’Italia con la Cina. Conte: intesa con la Cina è un patto limpido. “Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese”, dice il premier Giuseppe Conte al Corriere della Sera sull’intesa con Pechino: il testo, “imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso”, in una cornice “trasparente”. E’ “perfettamente compatibile” con la nostra collocazione nella Nato e nel Sistema integrato europeo: “Nessun rischio di colonizzazione”, precisa Conte.

“Il testo, che abbiamo negoziato per molti mesi con la Cina, imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso”, dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un’intervista al Corriere della Sera in apertura di prima pagina, nello spiegare le ragioni dell’intesa con la Cina e difenderne gli obiettivi. Il premier esclude che alla fine possa non arrivare la firma: “Non ci sono ragioni ostative per non finalizzare il lavoro compiuto in questi mesi”. “L’Italia – precisa Conte sulla questione – formalizza in modo trasparente la cornice entro cui avviare questa collaborazione”, “senza mettere minimamente in discussione la sua collocazione euroatlantica”. Ai timori del vice Salvini sull’accordo, il premier risponde: “Nessun rischio di colonizzazione. Le ragioni della prudenza sono pienamente condivise all’interno del governo: la tutela della sicurezza nazionale, anche sul piano economico, è un valore fondamentale che intendiamo rafforzare”.

Si accende lo scontro sui rapporti tra il colosso cinese e l’Europa, con l’Italia in prima linea data la prospettiva di una intesa imminente con Pechino nel senso di una adesione di Roma – primo Paese del G7 – alla Belt and Road Initiative, la cosiddetta “Nuova via della Seta” promossa da Pechino come rete di infrastrutture dall’impatto strategico sull’economia globale. Il monito del presidente del Parlamento europeo Tajani “Sono un sovranista europeo. Per quanto riguarda il tentativo di invasione cinese di porti, infrastrutture e reti in Europa e Italia, mi pare singolare che chi si dice sovranista alzi le mani e si arrenda all’invasione cinese”.

Lo dice il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, a Strasburgo, durante un punto stampa con il premier slovacco Peter Pellegrini. “Non condivido la scelta dell’Italia di firmare accordo con Pechino “Non condivido affatto – continua Tajani – le scelte del governo italiano che si arrende all’invasione della Cina. Non possiamo accettarlo: la Cina fa i suoi interessi, ma l’Italia e l’Europa devono fare i propri”. Per questo, oggi il Parlamento Europeo ha approvato “un testo molto significativo” su questa materia. Tajani, “per essere ancora più chiaro”, precisa di non essere “favorevole a cedere il 5G ai cinesi e ho anche molte perplessità sugli accordi che l’Italia intende sottoscrivere sulla Via della Seta”. 5g made in China, la “preoccupazione” di Strasburgo Il parlamento europeo “esprime profonda preoccupazione” sui rischi per la sicurezza informatica derivanti dalle reti 5g sviluppate da società cinesi e lancia un monito agli stati membri affinché ci sia “una risposta coordinata dell’UE”. È la posizione espressa con una risoluzione presentata dai gruppi Alde, S&D, Ppe e Verdi e approvata per alzata di mano dalla plenaria. Gli eurodeputati invitano gli stati membri perche’ si “astengano dall’introdurre misure unilaterali sproporzionate che frammenterebbero il mercato unico”.