M5S: accordo col Pd al voto su Rousseau

Giuseppe Conte aula

Dopo una giornata di frenetiche trattative tra Pd e Movimento 5 Stelle, quella di martedì 27 agosto, oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella completerà il secondo giro di consultazioni al Quirinale per la verifica dell’esistenza di un’eventuale maggioranza parlamentare a sostegno di un nuovo governo, che potrà proseguire l’attuale legislatura dopo la fine dell’esperienza dell’esecutivo gialloverde M5S-Lega.

La seconda giornata di consultazioni inizierà alle 10, quando salirà al Colle il gruppo parlamentare Per le Autonomie (Svp-Patt,Uv) del Senato; alle 10.30, invece, entrerà a colloquio con il capo dello Stato il gruppo parlamentare di Liberi e Uguali della Camera, mentre alle 11 Mattarella riceverà i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia del Senato e della Camera.

Il clou, però, è riservato al pomeriggio: alle 16 saliranno al Quirinale i gruppi parlamentari del Pd del Senato e della Camera, seguiti alle 17 da quelli di Forza Italia. Alle 18 il presidente Mattarella farà entrare i gruppi parlamentari della Lega, per poi chiudere le consultazioni alle 19 con i gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Al termine della giornata, dopo aver ascoltato le posizioni delle singole forze politiche, Mattarella potrebbe incaricare un nuovo presidente del consiglio: una delle ipotesi più concrete è che sia nuovamente il premier uscente Giuseppe Conte, questa volta sostenuto da una maggioranza “giallorossa” formata dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico con il possibile appoggio di Liberi e Uguali, del gruppo Per le Autonomie e di altri parlamentari del gruppo misto.

La trattativa tra Cinque Stelle e Pd per la formazione di un nuovo governo, tuttavia, non è ancora andata in porto e anzi rischia di saltare da un momento all’altro perché, secondo fonti dem, il capo politico M5S Luigi Di Maio rivendicherebbe con forza per sé la vicepresidenza del consiglio; il Pd, da parte sua, avendo già ceduto sul nome di Conte come presidente del consiglio dei ministri non vorrebbe lasciare ai pentastellati anche la seconda poltrona (in ordine di importanza) dell’esecutivo, chiedendo invece che sia appannaggio di un proprio esponente.

Ma c’è anche un’altra strettoia da superare: l’eventuale accordo M5S-Pd, infatti, dovrà passare attraverso un voto online sulla piattaforma Rousseau, previsto per la prossima settimana. “Gli iscritti hanno e avranno sempre l’ultima parola”, ha scritto Di Maio sul Blog delle Stelle annunciando che la proposta di governo, ancora prima di essere sottoposta al presidente della Repubblica, sarà votata online dagli iscritti del Movimento: solo se l’esito del voto dovesse essere positivo il progetto di governo congiunto M5S-Pd sarà portato avanti.

Una mossa che, se da una parte sembrava necessaria per calmare gli umori della base pentastellata – parte della quale contraria a qualsiasi accordo con il Pd – e per non venir meno a uno dei principi fondanti dello stesso Movimento 5 Stelle, quello della democrazia diretta e del voto online sulle decisioni più importanti (era stato così anche per l’accordo M5S-Lega nel maggio del 2018), ha irritato il Pd, che ha accusato i Cinque Stelle di “prendere tempo” e di complicare ulteriormente la trattativa in corso, senza contare il possibile “sgarbo istituzionale” al presidente Mattarella.