Consiglio comunale Reggio, non ammesso odg urgente di Fratelli d’Italia per chiedere le dimissioni di Ruozzi (Pd)

Cinzia Ruozzi consigliera comunale Pd – FB CR

Il consiglio comunale di Reggio, nella seduta di martedì 8 luglio, ha respinto con 5 voti favorevoli (Fratelli d’Italia e Forza Italia) e 24 voti contrari (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, lista civica Marco Massari, Europa Verde-Possibile, Coalizione Civica e lista civica Tarquini) l’ammissibilità alla discussione di un ordine del giorno urgente ex art.21, che vedeva come prima firmataria la consigliera di Fratelli d’Italia Letizia Davoli, per chiedere le dimissioni immediate della consigliera del Pd Cinzia Ruozzi, finita nel mirino per alcune frasi pronunciate in Sala del Tricolore il 23 giugno scorso, durante la discussione sul progetto del Polo della Moda di Max Mara a Mancasale.

Nel suo intervento la consigliera Ruozzi aveva parlato delle condizioni di lavoro alla Manifatture di San Maurizio, azienda controllata da Max Mara Fashion Group, come di una “situazione oppressiva, dove non sono rispettati i diritti delle lavoratrici, dove si lavora ancora a cottimo, dove il gruppo non applica il contratto nazionale del lavoro, ma un proprio regolamento interno, dove ci sono stati episodi di vessazioni personali e delle irregolarità che sono state riscontrate anche dal governo”.

Per Fratelli d’Italia, però, “le accuse mosse dalla consigliera Ruozzi, rese pubbliche senza alcuna prova concreta e senza riscontri verificati, hanno gravemente leso l’immagine di un’azienda che è patrimonio della città, arrecando un danno irreparabile alla sua reputazione senza alcuna giustificazione documentale o fattuale”. Per i consiglieri meloniani, a partire dal capogruppo in consiglio comunale Cristian Paglialonga, “un’azienda del calibro di Max Mara, simbolo dell’eccellenza reggiana e italiana, non può essere oggetto di accuse così infamanti”, mentre è evidente “che la consigliera Ruozzi, il sindaco, la giunta e tutti i partiti di maggioranza non abbiano valutato le conseguenze di tali dichiarazioni, scegliendo deliberatamente di presentarle all’ultimo momento, probabilmente per sfruttare un progetto strategico per la città a fini politici, anziché tutelare gli interessi dei cittadini e dei lavoratori”.



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