Confindustria: in Emilia-Romagna cala l’export delle pmi, Pil verso +0,8% a fine anno

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Tra aprile e giugno 2025 in Emilia-Romagna le piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto hanno fatto registrare una diminuzione del volume della produzione (-1,4%) e del fatturato (-1,3%) rispetto alla primavera del 2024; gli ordini, complessivamente, sono invece rimasti stabili, mentre quelli dall’estero sono aumentati dell’1%, il migliore risultato degli ultimi due anni e mezzo.

Sono questi i dati dell’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa San Paolo. A fronte di un contesto di incertezza generale, riguardante soprattutto le esportazione verso i Paesi extra-Ue, in calo di circa il 5% (mentre l’export tiene sui mercati europei: +1,5%), la presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi ha sottolineato che “si presentano anche fattori positivi, con la previsione di chiudere l’anno con un Pil regionale a +0,8”.

Le imprese emiliano-romagnole hanno indicato un grado di utilizzo degli impianti a quota 74%, mentre il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è lievemente migliorato, arrivando a tre mesi.

L’alimentare è l’unico settore tra quelli considerati dall’indagine congiunturale che ha tutti i marcatori positivi: fatturato +2,2%, fatturato estero +4,2%, produzione +1,6%, ordini complessivi +1,5%, ordini esteri +3,7%.

Prosegue, invece, la netta fase di recessione per le industrie del sistema moda, che hanno registrato un calo del fatturato del 3,9%, che nei mercati esteri ha raggiunto il -4,6%; anche la produzione ha rallentato (-4,7%), e le prospettive future appaiono negative considerando l’andamento degli ordini (-5,7%, anche esteri: -5,9%).

L’industria del legno e del mobile ha accusato un calo del fatturato complessivo del 4,5%, mentre il fatturato estero è rimasto stabile. La produzione ha fatto segnare una nuova discesa (-3%). Anche gli ordini hanno subìto un arretramento (-2%), ma quelli dall’estero sono aumentati dello 0,8%.

L’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche ha visto una riduzione del fatturato del 3,7% e un rallentamento della produzione (-3,1%); stesso ritmo per gli ordini (-2,7%), con una flessione più contenuta per quanto riguarda gli ordini dall’estero (-1,4%).

Segni negativi, ma meno drammatici, anche per le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto: fatturato complessivo -0,7% (meglio quello estero: +0,9%), produzione -0,5%. Positivi invece gli ordini, con un incremento attorno al 2% sia nel mercato interno che estero.

Il gruppo eterogeneo delle “altre industrie” (che comprende le industrie dell’estrazione, della carta e stampa, della raffinazione, della chimica, della farmaceutica, della plastica e gomma e quelle della trasformazione dei minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro, di altre industrie manifatturiere minori e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata) nel secondo trimestre dell’anno ha visto ridursi il fatturato complessivo dello 0,7%, e quello dall’estero dell’1,8%. Anche la produzione ha rallentato: -1,6%. Gli ordini, sia nazionali che esteri, sono tornati invece positivi, attorno al +0,5%.

Per quanto riguarda l’export, nei primi sei mesi del 2025 le esportazioni della manifattura emiliano-romagnola sono state pari a 41.069 milioni di euro, pari al 13,4% dell’export nazionale, con una flessione dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Il comparto alimentari e bevande è l’unica nota molto positiva, con un forte aumento: +9,5% (4.952 milioni), che ha contribuito in modo cruciale al dato totale. Dall’altro lato, al contrario, la moda ha fatto segnare un calo significativo: -6,9%. In settori chiave come macchinari e apparecchiature, che con il 27% rappresentano la quota principale dell’export, c’è stata una diminuzione del 2,3%. Flessione percentualmente doppia per metallurgia/prodotti in metallo (-5,4%). L’industria chimica, farmaceutica e delle materie plastiche è risultata in crescita (+2,8%), trainata dal forte aumento dei prodotti farmaceutici (+15%). Cali moderati invece per legno e mobile (-1,5%) e apparecchiature elettriche/elettroniche (-2%), mentre l’industria dei mezzi di trasporto ha confermato una leggera crescita (+1,1%).

L’Europa rimane il mercato principale dell’export dell’Emilia-Romagna (il 64,7% del totale) e ha mantenuto una tendenza moderatamente positiva (+0,3%), trainata dall’Unione Europea (+1,6%). All’interno dell’Ue, si è registrato un aumento in Germania (+0,6%) e una forte crescita in Spagna (+5%), mentre in Francia un lieve calo (-0,2%). Le vendite nell’Europa extra-Ue sono invece diminuite significativamente (-5,5%), con una forte flessione soprattutto nel Regno Unito (-4,5%).

La modesta crescita europea non è stata sufficiente a compensare i risultati negativi degli altri continenti. Le esportazioni verso l’America sono diminuite del 5,2% a causa soprattutto del calo nel mercato statunitense (-6,6%), ma il contributo negativo maggiore è arrivato dall’Asia: -9,2%. La flessione asiatica è dovuta principalmente alla netta contrazione in Asia orientale (-14,8%), con perdite pesanti in Cina (-18,4%) e Giappone (-21%). L’unica nota positiva fuori dall’Europa è rappresentata dall’Africa, dove l’export emiliano-romagnolo ha registrato un forte balzo in avanti (+15,6%), in particolar modo nell’Africa settentrionale.



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