Comune di Reggio, caso in Parlamento

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“Reggio Emilia, Guardia di Finanza in Municipio: 15 indagati e perquisizioni. I reati contestati sono, a vario titolo, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica del pubblico ufficiale, rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio e corruzione. Nel mirino, si legge, in una nota delle Fiamme Gialle, “rilevanti appalti del Comune di Reggio Emilia”. Reggio Emilia non è nuova a questo tipo di inchieste: Inchiesta su Catasto, 6 dipendenti indagati a vario titolo. Fascicolo aperto nel 2002. Reati contestati: corruzione; truffa ai danni dello Stato; abuso d’ufficio; falsità materiale e ideologica; soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. Tra gli indagati Salvatore Scarpino, ex dirigente del catasto, ex consigliere comunale quota PD. Tutti usciti puliti perché il fascicolo è stato prescritto nel 2014 e l’indagine archiviata. In poche parole: un fascicolo rimasto inspiegabilmente in un cassetto dal 2002 al 2014.

Febbraio 2019: 18 dirigenti del comune di Reggio Emilia indagati per falso ideologico e abuso d’ufficio. Tra essi Maria Sergio, moglie del neo eletto sindaco PD Vecchi, sentita come persona informata sui fatti nel processo Aemilia contro la ndrangheta, dirigente di urbanistica nel 2008 e attuale dirigente nel comune di Modena. Nel 2008 la Corte dei Conti segnala irregolarità nel regolamento del comune. Dal 2008 al 2015 il Comune di Reggio Emilia non ha fatto nulla, nulla, procedendo con l’assegnazione di incarichi esterni per un totale di 10 milioni euro. Ricordo nel 2008 che l’allora sindaco di Reggio Emilia era Graziano Delrio, che ora siede nei banchi di questa assemblea, e che allora non vedeva e non sentiva. Questo presidente a Reggio Emilia, la città delle persone come la chiamano, la città dove, dicono loro tutto va bene e il sistema funziona. Il M5S chiede solo una cosa per la città: trasparenza, massima trasparenza! Il Sindaco faccia chiarezza pubblica immediatamente e convochi il Consiglio Comunale di Reggio quanto prima.

Questo non per il M5S ma per i cittadini reggiani che meritano rispetto e un’amministrazione comunale scevra da qualsiasi tipo di opacità” ha appena dichiarato la Vice Presidente della Camera dei Deputati Maria Edera Spadoni nel suo intervento di fine seduta riferendo il caso della perquisizione della Guardia di Finanza nel Comune di Reggio Emilia all’attenzione del Parlamento.

Indagine su appalti e servizi comunali, Rubertelli: “Si faccia subito chiarezza“. A pochi giorni dalla chiusura delle urne giunge la notizia di un’indagine su affidamenti di lavori e di servizi del Comune di Reggio Emilia.
Non è tempo di vacanza: occorre quanto prima fare chiarezza nelle sedi competenti: Consiglio comunale e Commissione circa quando sta emergendo dall’indagine in corso.

 

Una nota delle Fiamme gialle parla di “rilevanti appalti del Comune di Reggio Emilia”.

Il tema della trasparenza è stato il filo conduttore della campagna elettorale di Alleanza Civica. Sono anni che chiediamo maggiore trasparenza su incarichi e appalti a sindaco e giunta; sono anni che chiediamo che le governance delle partecipate vengano ampliate e vengano inseriti (a titolo gratuito) rappresentanti scelti dalle opposizioni. Questo a garanzia della qualità dei servizi e, soprattutto, a controllo della correttezza delle procedure.

Attendiamo con fiducia gli esiti dell’operato della magistratura e ci aspettiamo sul piano politico una maggiore apertura e maggiore trasparenza, oltre che un chiaro e rigoroso contraddittorio nelle scelte dei ruoli nelle partecipate e Comune.

Dalle dichiarazioni del procuratore capo Mescolini apprendiamo che l’inchiesta emersa oggi non è collegata a quella del febbraio scorso nei confronti di alcuni dirigenti. La città, a proposito di quest’indagine, attende di conoscere eventuali sviluppi.



C'è 1 Commento

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  1. Salvatore Scarpino

    L’on. Spadoni non perde occasione per richiamare, ancora una volta e inopportunamente, il mio nome, cercando di collegare, senza alcuna minima attinenza, un’indagine del 2002 (!!) a quelle attuali che riguardano il Comune di Reggio Emilia.
    L’on. Spadoni, comunque, dovrebbe sempre dire la verità e non dichiarare il falso come ha fatto ieri in un’autorevole sede istituzionale, qual è la Camera dei Deputati, nella quale ricopre, tra l’atro, la carica di vicepresidente.
    Dichiarare testualmente che “un fascicolo è rimasto inspiegabilmente in un cassetto dal 2002 al 2014” non butta ombre su Salvatore Scarpino, ma sulla Procura della Repubblica di Reggio Emilia e sulla Guardia di Finanza di Reggio Emilia, incaricata anche allora delle indagini.
    Si tratta di accuse gravi che sono palesemente smentite dai fatti e da tutta una serie di documentazione reperibile presso la Procura di Reggio Emilia.
    Prima di fare affermazioni prive di fondamento, l’on. Spadoni, proprio in virtù del ruolo che ricopre, avrebbe fatto bene a richiedere alla Procura quella documentazione. Si sarebbe convinta che le indagini sono state svolte fin da subito e per molti anni dopo, anche oltre il tempo previsto dal Codice di Procedura Penale: la procura chiese due proroghe alle quali nessun indagato si oppose e, anche dopo il tempo fissato per norma, la Guardia di Finanza continuò nelle indagini.
    Invito l’on. Spadoni ad andare a leggere il Decreto di archiviazione, nel quale è scritto che, oltre all’inevitabile prescrizione (2014!!), nei confronti di Salvatore Scarpino e di altri non vi erano elementi per sostenere l’accusa in giudizio. Il PM che ha chiesto l’archiviazione ed il GIP che l’ha accolta avranno fondato le loro determinazioni su elementi oggettivi ed inconfutabili; dichiarare il contrario rappresenta un’offesa della verità.
    Da cittadino vorrei chiedere all’on. Spadoni, quanto tempo deve durare una gogna mediatica, costantemente perpetuata e basata su un’indagine che, nonostante fosse solo un’indagine preliminare, nei confronti del sottoscritto non ha evidenziato alcun profilo di rilevanza penale.
    Comunque, se l’on. Spadoni lo gradisce, sono disponibile a farmi processare anche dal tribunale del popolo e che, comunque, nella mia vita, dopo 44 anni di onorato lavoro e dopo aver svolto, con disciplina ed onore, per 15 anni la carica di consigliere comunale, sono stato solo indagato per quella vicenda, quando ancora non ricoprivo alcun incarico politico, non sono stato mai imputato e con il casellario giudiziale vergine e immacolato.
    Infine, voglio ricordare all’on. Spadoni che il sottoscritto ha presentato nei confronti di Potito Scalzulli, dal quale la stessa ha mutuato le accuse che mi riguardano, tre denunce alla Procura di Reggio Emilia. La prima di tali denunce è stata trasmessa, per competenza, alla Procura di Bologna ed in quella sede la diffamazione nei miei confronti è stata già accertata e dichiarata da un PM ed a breve un GIP del Tribunale di Bologna deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio di Potito Scalzulli.
    Come pure consulterò quanto prima il mio avvocato, per decidere un’eventuale denuncia penale nei confronti dell’on. Spadoni.
    Salvatore Scarpino, consigliere comunale Comune di Reggio Emilia


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