Caso procure, il reggiano Morlini si autosospende dal Csm

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Altri due consiglieri del Csm si autosospendono. Si tratta del presidente della Commissione Direttivi Gianlugi Morlini (Unicost) e del consigliere Paolo Criscuoli. Si tratterebbe di un ulteriore sviluppo della bufera che ha investito il Csm sull’onda dell’inchiesta di Perugia. La stessa decisione è arrivata ieri anche da Antonio Lepre e Corrado Cartoni. Nei giorni scorsi si è dimesso Luigi Spina, indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto a Perugia.

“Siamo tutti consapevoli del terribile momento che sta vivendo l’Istituzione consiliare, e ciascuno di noi è quindi chiamato a fare tutto ciò che può per preservarla. Pur se nessuno mi ha contestato nulla a livello penale o disciplinare, e pur se il mio nome nemmeno è uscito sulla stampa, so di avere, casualmente ed in modo da me non programmato, raggiunto alcuni magistrati ad un dopo cena in cui, ad un certo punto e senza che io lo sapessi o lo potessi prevedere, è intervenuto l’onorevole Lotti”. Lo scrive il togato di Unicost, Gianluigi Morlini, nella lettera inviata al vicepresidente del Csm David Ermini in cui spiega le ragioni per cui ha deciso di autosospendersi dal Consiglio, dove, dallo scorso ottobre, è stato presidente della Commissione che si occupa degli incarichi direttivi. “Mi sono quindi poco dopo congedato, ben prima che la serata terminasse – aggiunge Morlini – certo di non avere detto o fatto nulla in contrasto con i miei doveri di consigliere. Pur nella certezza della correttezza del mio comportamento, al fine di evitare che il Csm sia danneggiato da questa situazione e per senso di responsabilità verso le Istituzioni, chiedo di non partecipare all’attività del Consiglio e di essere sostituito nelle Commissioni, in attesa che la mia posizione venga acclarata come pienamente corretta nelle sedi istituzionali”.