A Reggio continua ancora a tenere banco il caso dell’assessora comunale alle politiche educative Marwa Mahmoud, travolta dalle polemiche dopo le sue parole sul “decolonizzare le cartine mentali e fisiche” nel mondo scolastico, pronunciate a inizio novembre a Bologna durante la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2025 e rivolte al corpo docente, che oggi si deve interfacciare sempre più spesso con studenti e studentesse di origine straniera.
Negli ultimi giorni si sono succedute prese di posizione pubbliche di ogni tipo e persino una richiesta di dimissioni (respinta). Ora, a difenderla, sono intervenuti il segretario provinciale del Partito Democratico Massimo Gazza e la delegata Pd per la scuola Claudia Martinelli: “Il tentativo di screditare l’assessora Mahmoud da parte della destra appartiene a un atteggiamento che affonda le proprie radici in un approccio che si distingue per una visione arretrata e ideologica, più attenta alla propaganda che ai reali bisogni di studenti, insegnanti e famiglie”.
Per Gazza e Martinelli “emerge con tutta evidenza la mancanza di una visione strutturale: le politiche scolastiche di questo governo sembrano più concentrate su interventi simbolici, il ritorno al voto in condotta, l’enfasi sull’educazione al rispetto dell’autorità, la riscoperta di un presunto ‘merito’ inteso in chiave selettiva, piuttosto che sui problemi concreti. È bastato che l’assessora Mahmoud parlasse di formazione, di approccio inclusivo e introducesse il tema degli studenti stranieri ed ecco servita la canea. Ci si è inventati che l’assessora avrebbe accusato gli insegnanti, quando la stessa ha specificato, scrivendolo pure a scanso di equivoci, che non era quello il senso del suo intervento”.
“A fronte di queste strumentalizzazioni, desideriamo esprimere la nostra più profonda gratitudine e ammirazione per il lavoro quotidiano e straordinario svolto da dirigenti, docenti, educatori e personale Ata. La loro dedizione instancabile è il pilastro su cui poggia l’integrazione e la crescita di ogni studente, contribuendo attivamente alla costruzione di una comunità resiliente e inclusiva”, hanno concluso Gazza e Martinelli, secondo i quali “il successo indiscutibile della scuola reggiana è il frutto di una lunga storia di collaborazione tra istituzioni locali, autonomia scolastiche e terzo settore. A Reggio l’integrazione e le politiche per l’integrazione sono una forza vitale che contribuisce alla costruzione di cittadini consapevoli e solidali. Per noi l’istruzione è un diritto universale e un investimento sul futuro, non un terreno di scontro politico e identitario”.
Affermazioni alle quali ha immediatamente replicato Alessandro Aragona, segretario provinciale di Fratelli d’Italia Reggio: “Capiamo l’imbarazzo del segretario Gazza, quotidianamente impegnato nell’impresa titanica di tenere unita una maggioranza che scricchiola da tutte le parti e che solo la gestione del potere riesce a tenere insieme nonostante lacerazioni interne ormai insanabili. Ma non possiamo che rimanere sconcertati di fronte alle parole utilizzate per l’ennesima difesa d’ufficio, comprensibile ma traballante, di un esponente della giunta comunale le cui parole sono apparse irricevibili dalla stragrande maggioranza dei cittadini reggiani”.
Parole, quelle di Gazza, che per Aragona “appaiono come una excusatio non petita di fronte all’ennesima rappresentazione di una visione divisiva e ideologica da parte di un esponente importante della governance cittadina, visione che denota mancanza di imparzialità, equilibrio e senso del bene comune. In questa scalcinata giustificazione, definire ‘arretrata’ la visione del centrodestra, oltre che a dare una rappresentazione fuorviante della realtà, appare come un’offesa gratuita a milioni di cittadini italiani che hanno dato a questo governo il mandato per governare la nazione”.
“La riscoperta del ‘presunto merito’, così come definito dal segretario Gazza, per noi è una stella polare, e capiamo che non lo possa essere per una coalizione che non fa di certo della meritocrazia e della competenza il suo tratto distintivo”, ha concluso il segretario provinciale di Fratelli d’Italia: “Qui di regressivo, purtroppo, c’è solo una sinistra che da tempo ha abbandonato le istanze di famiglie, lavoratori e imprese, scegliendo invece la strada della radicalizzazione ideologica; una strada, peraltro, lontana da quella cultura dell’equilibrio e della sobrietà caratteristica peculiare di Reggio”.







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