Carpi, due operai minacciano di buttarsi da un’impalcatura per protesta: salvi

cantiere vietato ingresso ai non addetti ai lavori

Nella mattinata di mercoledì 5 febbraio, intorno alle dieci, due operai di vent’anni sono saliti all’ultimo piano dell’impalcatura che avvolge un palazzo in ristrutturazione in via Carlo Marx a Carpi, nel Modenese, e hanno minacciato di buttarsi da diversi metri di altezza se non fossero stati ascoltati.

La protesta nel cantiere edile, si è poi scoperto all’arrivo sul posto dei vigili del fuoco e dei carabinieri, era stata messa in atto per denunciare il fatto di non essere stati pagati dal datore di lavoro, una ditta in subappalto di Ideare Costruzioni. Gli operai hanno lamentato diverse mensilità non pagate e una situazione di sostanziale sfruttamento.

I negoziatori hanno parlato a lungo con i due giovani operai, entrambi di origini egiziane, e dopo circa tre ore dall’inizio dell’azione di protesta li hanno convinti a scendere dal ponteggio. Sul posto era presente anche il titolare dell’azienda responsabile del cantiere, che ha chiesto più volte ai due operai di mettere fine alla loro rivendicazione.

Dalle prime verifiche effettuate dal sindacato Fillea-Cgil di Modena, inoltre, entrambe le ditte non risulterebbero denunciate alle Casse Edili di Modena, in violazione alle norme contrattuali.

Critico il commento di Rodolfo Ferraro, segretario della Fillea-Cgil modenese: “In edilizia si continuano a registrare gravi situazioni di sotto inquadramento, operai che per rivendicare il proprio salario arrivano al compimento di gesti estremi. Ancora una volta è la dimostrazione che la catena del subappalto rappresenta uno degli elementi negativi del processo di sfruttamento, che esaspera soprattutto i più fragili impedendo attraverso il lavoro un processo di emancipazione nella società”.