“Adesso basta. Tutto ciò è inaccettabile e va condannato senza reticenze”: è netta la presa di posizione di Matteo Lepore, sindaco di Bologna, su quanto accaduto nella serata di giovedì 2 ottobre, quando durante una manifestazione pro-Palestina e a sostegno della Global Sumud Flotilla un gruppo di manifestanti ha tentato di forzare l’ingresso della stazione centrale di Bologna – presidiato dalle forze dell’ordine – per occupare i binari e interrompere la circolazione ferroviaria. Ne sono nati scontri, cariche della polizia e lanci di oggetti.
Scontri si sono verificati anche in via Carracci, dove a un certo punto è arrivata una parte del corteo di Usb e centri sociali per provare a raggiungere l’altra entrata dello scalo ferroviario felsineo. All’arrivo dei manifestanti, i carabinieri hanno sparato lacrimogeni per fermarli; per tutta risposta, i manifestanti hanno risposto con lanci di bottiglie e altri oggetti, poi anche con petardi e fuochi d’artificio.
“Quanto è accaduto è inaccettabile, ancora di più in una città che si è sempre dimostrata vicina alla causa palestinese”, ha sottolineato Lepore: “Bologna non merita di essere devastata e offesa. Come sindaco chiedo ai manifestanti, a tutte le associazioni, ai partiti, ai sindacati e ai movimenti coinvolti di prendere le distanze da chi causa violenza e devastazione. Serve una forte risposta democratica a tutto ciò. Non possiamo permettere che una grande mobilitazione di popolo per la pace e i diritti umani sia pregiudicata da chi nega nei fatti questi principi con metodi violenti ed eversivi. Scendere in piazza lanciando pietre e oggetti, appiccare incendi, vandalizzare cantieri e beni pubblici, beni privati come vetrine e negozi, inneggiare alla distruzione di Israele e colpire la polizia è stare dalla parte sbagliata della storia, significa violare la legge e fare il gioco di chi oggi nega il genocidio o vuole parlare di altro”.







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