Senato conferma la fiducia, M5s non vota

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Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo poco meno di un’ora ha lasciato il Quirinale dove ha avuto un colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Poco prima l’Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo posta sul dl aiuti. I sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto. Il M5s non ha partecipato al voto risultando assente alla prima e alla seconda chiama.

Il governo aveva posto la fiducia sul decreto Aiuti al Senato, dopo che era saltata anche l’ultima ipotesi di mediazione con i Cinque Stelle lanciata dal ministro pentastellato D’Incà.

La giornata è ‘complicata”, dice con un eufemismo il ministro Franceschini, mentre Letta definisce ‘improbabile” l’ipotesi che Draghi accetti di tirare a campare altri nove mesi con una maggioranza senza M5s: ‘Se altri si sfileranno, la parola passerà agli italiani e noi saremo pronti ad andare di fronte agli italiani con il nostro progetto per il futuro dell’Italià.
Forza Italia attende con rispetto le decisioni di Draghi e le indicazioni di Mattarella e non teme le urne, fa sapere Berlusconi: ‘I numeri dicono che il governo potrebbe proseguire il suo lavoro fine a fine legislatura anche senza il M5s. E’ chiaro e innegabile che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l’Italia saranno da attribuire unicamente all’atteggiamento irresponsabile dei Cinque Stelle. Se dovesse accadere, andare alle urne non ci preoccupa. Siamo certi che il risultato elettorale premierebbe il centrodestrà.
‘Stupita e preoccupata” la Lega, che lavora per arrivare a una posizione unitaria del centrodestra e si prepara alle elezioni anticipate: ‘Piuttosto che perdere mesi preziosi con inutili e logoranti tira e molla, sarebbe più saggio dare la parola agli italiani.
Da Palazzo Chigi e dal Quirinale nessun segnale in attesa di verificare che i Cinque Stelle compiano lo strappo. La giornata è segnata intanto dalla morte a 98 anni di Eugenio Scalfari, protagonista da giornalista e con Repubblica, della storia del Paese degli ultimi 70 anni.
La sua scomparsa ‘lascia un vuoto incolmabile nella vita pubblica del nostro Paese – afferma il presidente del Consiglio – E’ stato assoluto protagonista della storia del giornalismo nell’Italia del dopoguerra. La chiarezza della sua prosa, la profondità delle sue analisi, il coraggio delle sue idee hanno accompagnato gli italiani per oltre settant’anni e hanno reso i suoi editoriali una lettura fondamentale per chiunque volesse comprendere la politica, l’economia. Ha accompagnato il suo amore per il giornalismo all’impegno civile e politico, all’alto senso delle istituzioni e dello Stato. A me mancheranno molto i nostri confronti, la nostra amicizia”, conclude Draghi.

L’annuncio del leader Giuseppe Conte, aprendo mercoledì sera l’assemblea congiunta dei parlamentari pentastellati al termine di una giornata convulsa e contraddittoria, mette i governo a un passo dalla crisi.

L’orientamento era emerso nel corso del Consiglio nazionale dei pentastellati. Non sono bastate le promesse di un nuovo patto sociale e di nuove misure contro i bassi salari a convincere il M5s e alla vigilia del voto di fiducia in Senato il partito si divide su una decisione sofferta che potrebbe essere prodromica ad altri “strappi” dentro al Movimento, sancendo la rottura netta con il governo Draghi.