Arcuri: vaccino da fine gennaio, ma non per tutti

++ Arcuri, imploriamo tutti italiani rispettare misure ++

“Sono 1.066.401 gli italiani contagiati ad oggi. Un italiano su 60 è stato colpito dalla pandemia, un italiano su 60 è un’enormità. Eppure, a guardare bene con occhi onesti e con la mente libera da pregiudizi, la curva dei contagi finalmente sembra iniziare a raffreddarsi ma bisogna avere gli occhi onesti, la mente libera e un po’ di pazienza, si sta raffreddando”. Lo ha detto in conferenza stampa a Roma il Commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri che spiega: “Continuiamo a crescere, certo, ma 7 volte di meno rispetto a 20 giorni fa e 10 volte di meno rispetto a un mese fa”.

“La ricerca e la certificazione richiedono qualche tempo, ma confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio. Partiremo con la prima fase vaccinando 1,7 milioni di cittadini, poi passeremo a una platea più ampia”, spiega. “Stiamo stabilendo le categorie cui somministrare le prime dosi in base alla loro fragilità e la loro esposizione al virus. Le persone che lavorano negli ospedali saranno tra le prime a cui bisogna somministrare i vaccini così come le persone più anziane e che sono più fragili dovranno arrivare prima di quelle più giovani”. La distribuzione non sarà su base regionale, ma “il governo ha deciso che ci sia una centralizzazione del meccanismo”.

Covid Hotel. “Chi dice che siamo inerti rispetto alla recrudescenza della pandemia. Chi sostiene che la seconda ondata ci ha colto di sorpresa, chi dai divani o dalle trasmissioni afferma che siamo impreparati e in ritardo non ha gli occhi onesti, non ha la mente libera e neppure la pazienza. Oppure non conosce l’aritmetica”, dice Arcuri. “Certo, problemi ce ne sono ancora molti – sottolinea – bisogna assolutamente riuscire ad allentare la pressione sui pronti soccorsi. Da oggi il governo mi ha chiesto di intervenire insieme alle regioni ed ai sindaci su tutto il territorio per individuare nuovi spazi alternativi agli ospedali come ad esempio gli alberghi, i cosiddetti covid hotel: dei luoghi in cui è possibile garantire un tetto a chi è in isolamento domiciliare e non può stare a casa se non rischiando di moltiplicare contagi all’interno del suo nucleo familiare”.