Antropologia del tramonto

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C’è un mistero che attraversa la sinistra europea degli ultimi decenni: l’innamoramento per l’islamismo politico. Non parlo del rispetto dovuto a ogni fede o cultura, ma di quell’abbraccio ideologico, quasi sentimentale, che trasforma una religione fanatica e medievale – che disprezza la donna, perseguita le minoranze, condanna il libero pensiero – in bandiera di “liberazione” e riscatto dei popoli oppressi.

Le radici non sono contingenti. Sono filosofiche, psichiche, direi persino teologiche. L’Occidente, colpevole del proprio successo, non riesce a perdonarsi il primato della ragione scientifica, delle libertà civili, della prosperità economica. Da qui nasce un bisogno di espiazione, di autocondanna. La sinistra, orfana del mito rivoluzionario marxista – che prometteva la palingenesi e ha prodotto macerie – ha cercato nuovi soggetti salvifici. Caduti gli operai, dissolti i soviet, ecco apparire il “fratello musulmano” come nuovo proletario del pianeta, portatore di una purezza incontaminata, nemico dell’Occidente opulento e corrotto.

Su questa fragilità si innesta un altro vizio antico: l’odio antiamericano. Paradossale, se si pensa che furono proprio gli Stati Uniti a salvare l’Europa dal nazifascismo, a ricostruirne le economie, a garantirle la libertà. Ma il mito negativo dell’America funziona: il capitalismo, il consumismo, Hollywood e McDonald’s diventano idoli da abbattere. Di fronte a questo bisogno di “nemico assoluto”, il fondamentalismo islamico appare come un alleato utile: ci fornisce l’immagine speculare della società occidentale da demolire.

Eppure, sotto questo travestimento romantico, si nasconde qualcosa di più oscuro: il riemergere dell’antisemitismo. Vecchio vizio europeo, che si rialimenta oggi nella negazione della Shoah, nel rovesciamento delle colpe, nella demonizzazione di Israele. La sinistra che un tempo si stringeva attorno alla memoria della Resistenza, oggi si scopre indulgente verso chi brucia le sinagoghe o nega i forni crematori. È il tradimento non solo della storia, ma della ragione stessa.

C’è, in tutto ciò, un respiro filosofico più grande. L’uomo europeo, avendo perso il riferimento al trascendente cristiano e fallito il progetto rivoluzionario marxista, non tollera il vuoto. Così si affida all’Altro, al fanatismo che promette certezze, all’ideologia che non conosce dubbi. È la tentazione eterna: quando la libertà diventa troppo faticosa, si cerca la schiavitù. Quando la verità appare complessa, si abbraccia il dogma.

Non è quindi solo politica, non è solo storia. È antropologia del tramonto: la difficoltà di abitare la libertà, la fatica di portare il peso dell’Occidente. L’islamismo, con la sua rigidità medievale, diventa specchio e rifugio di una sinistra smarrita. Ma innamorarsi del proprio nemico non è segno di generosità: è segno di disperazione.




Ci sono 9 commenti

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  1. Carla

    Un piacere condividere anche questo articolo del Direttore che guida a riflessioni non banali e purtroppo disperanti, non ultima la sindrome di Stoccolma e, a costo di passare per razzista, all’ anno del calendario islamico: 1446. E qui mi taccio.

  2. Chiara Bedogni

    Da una parte confido nell’audacia di Vannacci ( o di Jannacci) e dall’altra nei valori democratici professati dall’Assessora col turbante. C’è bisogno di coccole…

  3. Giò

    Fino ad alcuni anni fa si parlava di tramonto dell’occidente, luogo mentale più che geografico, e della consapevolezza della sua imminente fine.
    Fine dei valori maturati e conquistati assieme al prodigioso tragitto scientifico che si è velocemente moltiplicato negli ultimi secoli.
    La grande migrazione degli ultimi anni ha portato a galla il risentimento stagnante e compresso di quei popoli esclusi dal cono di luce della civiltà. La sinistra è complice dell’intolleranza e l’inclusione diventa una resa, ovunque in europa si assiste alla tragicommedia delle no go zone e delle chiese trasformate in moschee.
    A Nelson, nel Lancashire, la storica St. Mary’s, costruita nel 1879, è diventata la Fatima Tul Zahra Masjid, sempre in Inghilterra, moschee sorgono sulle spoglie di chiese come Al Emaan a Keston, la Grande Moschea di Leeds e la Jamme Majid Mosque a Londra. E in Italia i segnali sono già visibili ed inequivocabili: a Legnago i magrebini bestemmiano in chiesa, a Milano i maranza egiziani rapinano studenti.
    Questi sostengono lo stato teocratico come l’unica via, chiara espressione dell’inalienabilità di dettati profetici tanto inattuali quanto crudeli e risibili solo perché hanno trovato una vera e propria deriva dell’intelligenza nei salotti gauche caviar che li spalleggia per i fini ben noti, marcatamente quelli che intravedono un bacino elettorale in forte espansione.
    Quindi non un semplice vuoto da colmare ma la volontà di riaffermarsi come élite “colta”, i famosi detentori della Verità, presso “nuove leve”, le quali, ahiloro, li derideranno.

    • Carla

      Accadrà ciò che la sua chiara e circostanziata lettera spiega: non appena raggiungeranno il potere, anche grazie alla prolificità ben superiore a quella degli autoctoni, gli immigrati di terza e quarta generazione potranno instaurare governi sempre più simili a quelli dei loro paesi d’origine…ed ecco l’ Eurabia di O. Fallaci!

      • kursk

        è estremamente lampante, ma alla massa dormiente evidentemente non interessa. Ed e’ gia’ tardi.
        Siamo troppo chini sugli schermi degli smartphones per accorgerci
        dei minareti che faranno capolino negli sfondi dei nostri selfie.

  4. Uno

    Analisi profonda e davvero interessante, sulla quale credo varrebbe la pena riflettere attentamente.
    Temo peraltro troppo complessa, purtroppo, per coloro che invece ne sarebbero i più bisognosi, quelli che, singoli cittadini ma anche politici o intellettuali o artisti, si dicono indignati ostentando peraltro una fiera e tetragona ignoranza (per non dire ripugnanza) sulla propria storia, sulle proprie radici e sulle cause meno prossime di quelle tragedie che purtroppo la storia non risparmia da quanto gli uomini esistono.
    Internet poi ha reso pericolosi gli sciocchi, scrisse un tale, e gli effetti deflagranti di questo assunto li constatiamo quotidianamente.

  5. andrea

    Egr. e Stimatissimo direttore
    – appartengo alla sinistra europea
    – non mi sento affatto colpevole del primato occidentale sulla scienza, i diritti e il benessere economico
    – ho sempre avuto grande ammirazione per l’Amerca (anche se l’attuale Presidente, che comunque non rappresenta tutta l’America non mi è simpatico, ma lungi da me l’odio anche verso di lui
    – esprimere solidarieta’ verso chi soffre non significa esserne innamroati ne tantomeno giustificare i gravi atti terroristici.
    Ritengo, per quanto mi riguarda, la Sua analisi sbagliata e fuorviante, e.. spero inquanto appartenente alla sinistra europea,… di essere in buona compagnia

  6. kursk

    Innamorarsi del proprio nemico (che rimane tale) è volonta suicida.
    Il suicidio dell’Europa, in atto da anni. C’è chi ne ha scritto, pochissimi ne parlano.
    Tutti lo subiranno.


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