Allerta smog, ancora misure emergenziali

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È stata una tregua temporanea e brevissima quella che nei primi giorni di marzo in Emilia-Romagna aveva portato a far decadere le misure emergenziali per fronteggiare la situazione dell’inquinamento in regione: il bollettino dell’Arpae di mercoledì 3 marzo, infatti, ha decretato un quasi immediato ritorno dell’allerta smog in gran parte dell’Emilia, prevedendo nei prossimi giorni sforamenti del valore massimo giornaliero delle polveri sottili Pm10 (oltre il limite di legge fissato a 50 µg/m3) nelle stazioni di rilevamento delle province di Piacenza, Parma, Reggio, Modena e Ferrara.

Secondo il rinnovato modello predittivo, che segnala in anticipo il rischio di raggiungimento dei livelli di allerta per poter intervenire con tempestività, da Piacenza a Ferrara tutte le province emiliane – tranne il territorio della città metropolitana di Bologna – sono di nuovo da “bollino rosso”.

In queste province da giovedì 4 marzo tornano dunque in vigore le misure emergenziali per il contenimento degli inquinanti e la salvaguardia della qualità dell’aria previste dalla manovra antinquinamento Pair 2020 della Regione Emilia-Romagna: rimarranno valide almeno fino a venerdì 5 marzo (compreso), giorno in cui sarà emesso il prossimo bollettino di monitoraggio dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale che determinerà per ciascun territorio provinciale l’eventuale fine del regime emergenziale o l’ulteriore rinnovo delle misure.

Le restrizioni extra, che riguardano i principali Comuni che hanno aderito all’accordo, ovvero i capoluoghi di provincia e i centri con una popolazione superiore ai 30mila abitanti, prevedono limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti (fino ai diesel Euro 4) nei centri urbani dalle 8.30 alle 18.30, il divieto di sosta con motore acceso per tutti i veicoli, il potenziamento dei controlli sui mezzi circolanti.

E ancora: l’obbligo di ridurre le temperature di almeno un grado centigrado negli ambienti di vita riscaldati, fino a massimo di 19° C nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative associative o di culto e nelle attività commerciali e fino a un massimo di 17° C nei luoghi che ospitano attività industriali e artigianali; il divieto di utilizzo di generatori di calore a biomassa legnosa per il riscaldamento domestico (se è presente un impianto di riscaldamento alternativo) con classe di prestazione emissiva minore di 4 stelle; il divieto assoluto di combustione all’aperto (residui vegetali, falò, barbecue, fuochi di artificio, etc.) e il divieto di spandimento di liquami zootecnici (con l’eccezione di quello effettuato con interramento immediato dei liquami e con iniezione diretta al suolo).