Portanova, Comune contro Reggiana

Portanova

Come assessora con la delega alle Pari opportunità, sento il bisogno di esprimere la sensazione di grande disagio nella quale mi trovo nel continuare ad assistere alla scelta della Reggiana calcio di tenere sotto i riflettori un giocatore condannato in primo grado per avere partecipato a un grave caso di violenza di gruppo”.

Con una nota inviata alla stampa e proprio alla vigilia dell’attesissimo derby col Parma, l’assessore a Cultura e pari opportunità del Comune di Reggio torna a riaccendere la polemica sul caso-Portanova, il neoacquisto estico della società granata condannato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo (i legali del giocatore hanno già presentato il ricorso in appello).

“La Reggiana è un patrimonio di grande valore per la nostra città, è una società che si è sempre impegnata nella promozione dello sport come stile di vita sano, ha coinvolto numerose generazioni di giovani e giovanissimi facendoli appassionare al calcio senza lasciare indietro nessuno, anzi con scelte inclusive come l’investimento nel calcio femminile, scardinando stereotipi di genere obsoleti che purtroppo ancora restano ancorati al pensiero di molti – continua Rabitti –  Io stessa con l’iniziativa ‘Città senza barriere’ porto avanti con la Reggiana progetti di cui sono molto orgogliosa, perché danno la possibilità di vivere una vita più ricca e inclusiva a chi vive la disabilità sulla propria pelle. E proprio per questo impegno civico e sociale che contraddistingue la Reggiana da sempre, non posso non trovare incoerente la scelta che la società ha fatto di far giocare una persona che sicuramente fino a un giudizio definitivo per lo Stato italiano è innocente, ma che in questo momento sta vivendo una situazione di accusa molto pesante e delicata”.

“Quella del calciatore non è una professione normale: un calciatore ha un ruolo pubblico, è un simbolo, una star. Il calciatore incarna sogni, desideri, valori. Diventa l’esempio da imitare per i ragazzini delle giovanili e il modello a cui aspirare una volta diventati grandi. Il calcio è lo sport per eccellenza in Italia – scrive ancora l’assessore comunale – Io non sono un giudice e aspetto il verdetto definitivo ma, in questo momento, ferisce che una persona coinvolta in un processo cosi pesante sia applaudita allo stadio da migliaia di spettatori.

I lavoratori e le lavoratrici che ricoprono ruoli pubblici o sensibili e si trovano coinvolte in situazioni non chiare vengono sospesi o spostati dal ruolo ricoperto in attesa del giudizio, affidando loro una mansione meno esposta. Uno spostamento che non significa denigrare o sottrarre dei diritti, ma tutelare le persone coinvolte e il contesto.

La Reggiana è una società sportiva privata e ha tutto il diritto di fare scelte in autonomia, ma proprio per la storia e il prestigio che la Reggiana calcio ha sempre ricoperto attivamente nella nostra città, mi sarei aspettata una scelta diversa, più coerente: la scelta di non mettere questo giocatore sotto i riflettori in attesa di avere chiarito la situazione”.