A San Martino in Rio la storia del comandante Diavolo e del processo don Pessina

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A San Martino in Rio (Bassa reggiana) una serata per ripercorrere le tappe della vita di Germano Nicolini, scomparso il 24 ottobre 2020 alla soglie dei 101 anni, ex sindaco di Correggio, comandante partigiano con il nome di battaglia Diavolo, che pagò innocente, con il carcere, l’ingiusta condanna per l’omicidio di don Umberto Pessina, curato di campagna a San Martino Piccolo, ammazzato da latri partigiani comunisti nel giugno del 1946. Il Diavolo venne pienamente riabilitato e riconosciuto innocente ed estraneo a quei fattio solo dopo mezzo secolo, negli anni Novanta.

La storia del Comandante Diavolo e del processo don Pessina di Fausto Nicolini, Massimo Storchi, con prefazione di Giuliano Pisapia e postfazione di Frediano Sessi (presentato nella Rocca Estense di San Martino in Rio, martedì 24 ottobre alle ore 21, ingresso libero) rancconta la “storia di Germano Nicolini, un uomo giusto, un Hombre vertical nel senso più pieno della definizione. Partigiano, sindaco, marito e padre. Condannato innocente non accetta mai una colpa che gli è estranea non solo giuridicamente, ma soprattutto idealmente e moralmente.

Il comandante “Diavolo” rimane stritolato dalle logiche della guerra fredda, scelto come obiettivo da apparati dello Stato e dalla Chiesa, è abbandonato, per ragioni di partito, dal Pci, locale e nazionale che, pur cosciente della macchinazione, preferisce proteggere altri dirigenti forse più omogenei alla linea del partito. Scarcerato dopo dieci anni, Nicolini rifiuta l’ingiusta condanna scontata e, proclamando sempre la sua estraneità all’omicidio di don Pessina, lotta fino alla revisione del processo e al riconoscimento della sua innocenza.

Dopo 47 anni di sofferenza e battaglie, il “Comandante Diavolo“ torna ad essere un uomo libero da ogni sospetto e uno dei simboli più limpidi della Resistenza e della democrazia italiana”.