I giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia hanno respinto la richiesta delle difese degli imputati di impedire la pubblicazione in diretta sul web – e in particolare sui social network – dei resoconti testuali delle udienze del processo che vede imputati il boss Nicolino Grande Aracri, Angelo Greco (“Linuzzo”), Antonio Lerose (“il bel Renè”) e Antonio Ciampà (“Coniglio”) per due omicidi risalenti alla guerra tra clan della ‘ndrangheta in Emilia: quello di Nicola Vasapollo, 33 anni, freddato il 21 settembre del 1992 nella frazione reggiana di Pieve Modolena, e quello di Giuseppe Ruggiero, 35 anni, assassinato da un commando di killer travestiti da carabinieri il 22 ottobre dello stesso anno a Brescello, in provincia di Reggio.
Secondo i giudici, infatti, “nessuna norma consente alla Corte di limitare l’uso di dispositivi elettronici in aula o l’accesso ai social network”: via libera, quindi, ai giornalisti e ai volontari dell’associazione Agende Rosse. Allo stesso tempo sono state autorizzate le riprese audio e video all’interno dell’aula, anche se queste ultime non potranno essere trasmesse in diretta.
La Corte d’Assise non ha accolto la richiesta dei legali degli imputati, secondo i quali la diffusione dei contenuti del processo in tempo reale via web e social avrebbe potuto influenzare i testimoni e inficiare l’esito del processo; per i giudici, al contrario, il potenziale condizionamento sarebbe “privo di fondamento” perché “la garanzia di genuinità della prova risiede nell’esame incrociato delle parti”.
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gentile Pippo, non sono riuscito a farLe cogliere la sottesa ironia: nelle mie intenzioni NON era un post PRO-PD scritto da un piddino... piuttosto voleva
Buongiorno Signor Arturo, era una risposta di amara ironia. Certo l'elettore piddino tiene ufficialmente molto all'antifascismo però, dato che si vota anche col portafoglio, pensa pure […]
però nella sua risposta non capisco fino a che punto sia serio o scherzoso...