Canto di Natale senza “Gesù”, Tarquini: “Dove ci porterà la negazione delle nostre radici?”

Giovanni Tarquini La sfida riformista – ER

Il “caso” della scuola elementare San Giovanni Bosco di Reggio, che ha deciso di rimuovere tutti i riferimento alla parola “Gesù” dal testo di uno dei canti di Natale, continua a tenere banco, alimentato soprattutto dal centrodestra locale.

La canzone in questione è “Din Don Dan”, ovvero la versione italiana di “Jingle Bells”: nel testo, rivisitato e corretto, la frase “Aspettando quei doni che regala il buon Gesù” è diventata “Aspettano la pace e la chiedono di più”, mentre la frase “Oggi è nato il buon Gesù” si è trasformata in “Oggi è festa ancor di più”, per eliminare ogni riferimento religioso.

Una mossa decisamente non apprezzata da Giovanni Tarquini, consigliere comunale della lista civica Per Reggio Emilia, che si è lanciato addirittura in un paragone tra questa vicenda e quella del concerto del gruppo musicale P38 al Tunnel (recentemente conclusasi con un’archiviazione delle accuse): “‘Oggi è nato il buon Gesù’, anzi no, ‘oggi è festa ancor di più’. Ma cosa volete da noi, ma chi è questo Gesù? E soprattutto basta con queste sterili polemiche, dicono i giovani paladini del Pd, lo Stato è laico. Punto. ‘Zitto zitto pagami il riscatto. Zitto zitto sei su una R4’. Siamo, anzi eravamo, i P38 e cantiamo quello che ci pare. Ma cosa volete da noi? È solo un’operazione artistico-musicale provocatoria. Niente di più. E poi, chi era mai questo Aldo Moro da far rischiare censure e punizioni per i poetici sonetti canori di baldi giovanotti che vogliono vivere come gli pare?”.

“Ma sì, cara maggioranza degli elettori, andiamo avanti così: Reggio si può fregiare ormai della medaglia d’oro quale epicentro della laicità e dei diritti”, ha sottolineato Tarquini, non senza una nota di disappunto: “Cosa altro dire? Abbiamo denunciato diverse volte e a gran voce, spesso inascoltati, i rischi di questa deriva ideologica ammantata di falsi principi di democrazia. Una dottrina e un costume sociale permeato di pericolose tendenze alla negazione delle nostre radici culturali, tanto più se di natura cristiana, e di ogni forma di rispetto delle istituzioni”.

Una “esaltazione del principio del ‘vale tutto’ che, in verità, nasconde – secondo il consigliere comunale – in modo nemmeno troppo velato l’obiettivo di spegnere e relegare nel silenzio e nell’oblio ogni forma di pensiero diverso da quello, ahimè, dominante nella nostra città. E sulla scena di questo triste teatro si affacciano, per di più, tanti nuovi e giovani leoni, freschi prodotti di quella fucina educativa che ha cancellato il valore delle tradizioni e del cattolicesimo, per infondere una sorta di pensiero unico e dominante che annulla il senso del dovere e amplia l’indifferenza verso la storia del nostro Paese, dell’Europa e, nella migliore delle ipotesi, verso chiunque provi a suonare la sveglia”.

“Noi – ha concluso Tarquini – continuiamo a denunciare questa deriva, senza urlare ma con determinazione, e continuiamo a sollecitare i cittadini affinché riflettano bene su cosa ci aspetta in un futuro assai prossimo se non si cambia, subito, la rotta”.



Non ci sono commenti

Partecipa anche tu