Su La7 Francesca Albanese si scusa con il sindaco di Reggio: “Mi dispiace”

“Mi dispiace. Ora, tornando indietro, ecco, veramente… difficilmente ci sono delle cose di cui proprio mi pento, quello sì. Però devo dire anche la stanchezza, in una giornata emozionante…”: con queste parole, nella serata di venerdì 3 ottobre, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese si è di fatto scusata pubblicamente – seppur a distanza di quasi una settimana – con il sindaco di Reggio Marco Massari per quanto accaduto lo scorso 28 settembre al teatro Valli, durante la cerimonia con la quale le è stato consegnato il Primo Tricolore.

Lo ha fatto in tv, intervistata dal conduttore Diego Bianchi durante la trasmissione “Propaganda Live”, in onda su La7.

Albanese, nell’occasione, aveva bacchettato pubblicamente il sindaco Massari, che nel suo discorso si era “permesso” di fare riferimento – tra le altre cose – anche alla tragica carneficina del 7 ottobre 2023 e agli ostaggi israeliani ancora in mano ad Hamas. Parole, quelle del primo cittadino, che erano state anche fischiate e contestate da una parte del pubblico: una prima umiliazione a cui si era aggiunta poco dopo anche la “ramanzina” dell’ospite d’onore della giornata: “Io il sindaco non lo giudico, lo perdono… Però, però sindaco mi deve promettere che questa cosa non la dice più”, aveva detto Albanese, mettendo Massari in un’evidente situazione di imbarazzo alla quale quest’ultimo non era stato in grado di reagire prontamente, se non con un sorriso impacciato.

“È stato un evento così denso di emozioni, commovente, ci sono stati talmente tanti contenuti che si sono spacchettati… quell’affermazione non c’entrava tanto”, ha però subito ribadito Albanese ricordando quei momenti. “Ma non perché parlasse degli ostaggi”, ha chiarito la relatrice speciale Onu: “Lui non ha detto ‘la condizione per fermare il genocidio’, ma ‘la condizione per la pace’; e proprio non c’entrava niente con tutto quello che è stato detto, il fatto che io avessi detto ‘Guardate, la Corte di giustizia ha detto che non si deve negoziare niente, che l’autodeterminazione (del popolo palestinese, ndr) è la cosa centrale, non c’è negoziato’. È stata la parola ‘negoziato’ che mi ha fatto scattare”.



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