È una vera e propria ondata di solidarietà quella che sta arrivando in questi giorni alle due lavoratrici della InterPuls di Albinea che sono state licenziate in tronco, da un giorno all’altro, senza alcun preavviso e senza alcun tentativo di ricollocamento, dopo che l’azienda ha deciso di “sostituirle” con un nuovo software gestionale.
Le due impiegate, entrambe trentenni (una delle due era rientrata da poco dalla maternità), si sono rivolte alla Fiom-Cgil di Reggio per denunciare l’accaduto e impugnare il licenziamento. Essendo state assunte successivamente all’entrata in vigore del Jobs Act, non avranno il diritto al reintegro in azienda nemmeno nel caso in cui il giudice dovesse condannare la InterPuls per licenziamento illegittimo.
Per questo motivo, martedì 3 giugno l’assemblea interna ha votato per uno sciopero immediato, con presidio davanti ai cancelli della InterPuls, per esprimere solidarietà e vicinanza alle due dipendenti licenziate: alcune decine di lavoratori e lavoratrici, soprattutto dei reparti produttivi, hanno incrociato le braccia per chiedere alla direzione aziendale di ritirare i licenziamenti.
“Le lavoratrici e i lavoratori dell’InterPuls sanno che un licenziamento di questo tipo è un precedente pericoloso: oggi è capitato alle colleghe, domani potrebbe toccare ad altri”, ha sottolineato Alessandro Malagoli della Fiom-Cgil di Reggio. Nei giorni scorsi, stando alle testimonianze dei lavoratori in presidio, la direzione aziendale ha incontrato il personale interno per comunicare che d’ora in poi i rapporti con i dipendenti saranno gestiti con questo “nuovo approccio”.
“Abbiamo sentito telefonicamente le due lavoratrici e sono ancora provate dal licenziamento”, hanno spiegato Malagoli e Vecchi della Fiom-Cgil: “Sono esterrefatte per le modalità ‘all’americana’ di una cacciata che a nostro avviso è priva di ogni attenzione umana, oltre che immotivata. Nessuno si merita di essere trattato in questo modo: le hanno buttate fuori dall’azienda come si fa con un ladro, è vergognoso. Le lavoratrici sono convinte di procedere con l’impugnazione del licenziamento e con una causa legale”.
I licenziamenti sono stati motivati con l’inserimento di un nuovo software che però, ad oggi, non risulta ancora attivo: “Hanno anticipato senza ragione i tempi di questa decisione, che a nostro avviso sarebbe comunque grave, colpendo moralmente le due lavoratrici che si sono trovate cacciate dall’azienda in cui negli anni hanno lavorato e si sono impegnate quotidianamente. L’azienda avrebbe potuto utilizzare un ammortizzatore sociale in maniera temporanea, avrebbe potuto gestire la situazione eventualmente bloccando il turnover e permettendo alle lavoratrici di essere ricollocate in altre funzioni, considerata la loro esperienza alla InterPuls e i loro titoli di studio, invece sono state considerate come un mero costo da cancellare; numeri, non persone”.
Alle due lavoratrici è arrivata anche la solidarietà della sindaca di Albinea Roberta Ibattici, che ha condannato “le modalità brutali con cui sono state trattate e mandate a casa”.
Anche l’assessore al lavoro della Regione Emilia-Romagna Giovanni Paglia è intervenuto sulla vicenda: “Voglio esprimere la mia solidarietà personale e istituzionale alle due lavoratrici licenziate dalla InterPuls di Albinea. Non è accettabile che si lascino persone senza lavoro e senza reddito, senza alcuna attenzione alla loro possibile ricollocazione, anche quando si è in presenza di scelte riorganizzative. E ancora più grave è il coinvolgimento di una donna appena rientrata dalla maternità. Non è questo lo spirito del Patto per il lavoro e per il clima e ci auguriamo che l’azienda voglia ripensare alla propria decisione, come richiesto da tutte le istituzioni del territorio”.







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