A fine marzo la Regione Emilia-Romagna ha pubblicato un bando per reclutare 1.434 medici di base e del 118, per coprire i posti vacanti su tutto il territorio regionale, in particolare nei piccoli centri, ma la risposta non è stata certo quella sperata: le domande pervenute, infatti, finora sono state complessivamente 350, pari a meno di un quarto dei posti a disposizione.
Al momento della pubblicazione del bando, la situazione peggiore sul fronte dei medici di medicina generale risultava essere in provincia di Modena (267 incarichi vacanti), seguita dal territorio della città metropolitana di Bologna (247) e dalle province di Reggio (209), Parma (145) e Piacenza (113). Per quanto riguarda invece i medici del 118, la situazione più critica era in Romagna, con 51 posti vacanti.
L’assessore regionale alla sanità Massimo Fabi, in un’intervista al Corriere di Bologna, ha sottolineato che “non è corretto considerare questi numeri come esito definitivo delle coperture delle zone carenti, ma come una fase della procedura di assegnazione”; fatto sta che, dati alla mano, i numeri finali potrebbero essere addirittura inferiori a questi, perché non tutti i professionisti che partecipano a un bando – e la cui domanda viene ammessa – poi accettano necessariamente l’incarico assegnato, e dunque i medici immessi nel sistema sanitario grazie a questo bando potrebbero essere anche meno di 350.
Per coprire i “buchi”, le aziende Usl emiliano-romagnole si preparano a conferire incarichi a tempo determinato, con l’obiettivo di non lasciare nessun paziente senza il medico di famiglia: ma la coperta, analizzando la situazione, appare sempre più corta.







Ultimi commenti
Amareggiato il Sindaco per aver scoperto che la realtà è differente dal desiderio?Nessuno pone in discussione le intenzioni, ma i risultati parlano. Mai una giunta […]
Francesca Albanese persevera nella sua testimonianza sui crimini gravissimi che il Governo di Israele sta compiendo in Palestina. Testimonianza basata - come è possibile dedure
Ma pensate ai delinquenti insediati all'interno delle istituzioni europee e nazionali che fanno soldi con il commercio delle armi.