La video-story di Glauco Bertani a poche ore dall’abbattimento della storica passerella, demolita per lasciare spazio a una nuova struttura.
Un ponticello fu gettato sul torrente Crostolo al Gattaglio, per collegare il centro della città di Reggio Emilia ai sobborghi, agli albori del Novecento, l’anno esatto non è conclamato, c’è chi ritiene 1910. E suscita tenerezza, a guardarlo adesso in fotografia, quell’insieme di tralicci. Era di legno e ferro, stretto, l’aspetto provvisorio, e infatti da subito fu definito ‘passerella’, quale in effetti era. Una definizione che si è portato con sé fino ad oggi.
Fu un’innovazione non da poco 113 anni fa, almeno in termini di sicurezza e funzionalità, dato che scongiurava finalmente i disagi del guado, unica possibilità fino ad allora di superare il torrente Crostolo in quel punto, tra la città della prima cintura che si andava sedimentando a ridosso di porta Brennone, oggi piazza Fiume, e i primi sobborghi abitati da coloro che dalle campagne e da Villa Coviolo cercavano nuove opportunità verso la città.
Da allora, la passerella del Gattaglio ne ha fatta di strada, almeno tanta quanta ne hanno fatta le migliaia e migliaia di persone che lo hanno percorso.







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Sarebbe anche ora di finirla con termini esterofili, se non sapete come fare chiamateli viali e finitela con queste cuxxate. Con Spadoni erano boulevard ora […]
Complimenti a Rosamaria Papaleo per il condiviso intervento!