L’Emilia-Romagna punta sempre di più sulla telemedicina. La giunta regionale ha approvato in questi giorni il modello organizzativo per l’implementazione dei servizi di televisita, teleconsulto, teleconsulenza medico-sanitaria, teleassistenza e telemonitoraggio, con l’obiettivo di allestire sul territorio 20 mila postazioni informatiche e raggiungere con il monitoraggio a distanza 12 mila pazienti ad elevata complessità; fino a 1,2 milioni di cittadini con almeno una patologia cronica potrebbero in prospettiva essere coinvolti nelle televisite e teleconsulti.
Il progetto rientra tra gli interventi attuativi degli obiettivi della missione 6 del Pnrr e del Piano complementare; la Regione avrà un ruolo di regia, mentre le aziende sanitarie si occuperanno della realizzazione operativa. La redazione del modello organizzativo fa seguito a un piano, valutato positivamente da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) lo scorso marzo.
Smartphone alla mano, il paziente si fa seguire dallo specialista che legge gli esami, conferma o modifica la terapia; se serve con la telecamera accesa fa misurare la pressione, la glicemia o altri valori.
“Come Regione abbiamo presentato nei tempi al Ministero sia il piano di fabbisogni che il modello organizzativo, perché siamo stati tra i primi a credere nella telemedicina, che già oggi sperimentiamo con successo – spiega l’assessore alla Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Si tratta di un servizio apprezzato dai più giovani, da chi vive fuori dai centri abitati, da chi soffre di patologie croniche, e in quest’ultimo caso in Emilia-Romagna parliamo di quasi un cittadino su due. Questo non è il futuro, è già il nostro presente”.
Delle 20 mila postazioni, 5 mila saranno distribuite nelle Case di Comunità, 8000 negli ambulatori ospedialieri e poliambulatori, 2500 per i medici di famiglia e pediatri di libera scelta e altre ancora sul territorio. Le Regioni devono attendere il decreto ministeriale, che ripartirà le risorse tramite Agenas. L’obiettivo è di acquistare le attrezzature entro l’inizio del 2024, per poter attivare i servizi nella primavera e monitorare a distanza 12mila persone a fine 2025.
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Condivido l'intervento di Tarquinio e quello di Ipocrisy: troppe parole al vento mai seguite da fatti, come sempre
Forse è stato lo stesso scooter a liberarsi e scappare da Delrio, in aperto contrasto con la linea politica del partito.
Solo grande amarezza.... dopo aver letto questa notizia. Confido che si possa trovare presto una adeguata sede all'associazione Alpini, anche senza scomodare troppo i ragazzi di Aq16