Sono passati cinquant’anni dall’omicidio di Alceste Campanile, giovane militante di Lotta Continua brutalmente assassinato con due colpi d’arma da fuoco in provincia di Reggio il 12 giugno del 1975. Il suo corpo fu ritrovato nella tarda serata di quel giorno da una coppia di giovani presso Convoglio, su una strada di campagna sulle rive del fiume Enza tra Montecchio Emilia e Sant’Ilario d’Enza. Molti anni dopo confessò l’omicidio il killer Paolo Bellini, recentemente condannato all’ergastolo anche per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna.
“Un fatto che ha segnato profondamente la nostra storia e credo valga la pena ricordarlo”, ha detto il sindaco di Reggio Marco Massari: “Alceste aveva solo 22 anni. Era un giovane idealista, impegnato, generoso. Credeva nella possibilità di un mondo più giusto e in quell’Italia attraversata da profonde tensioni sociali e politiche lottava con passione per un futuro diverso, per i lavoratori, per gli emarginati, per la libertà. La sua vita gli fu strappata in un momento buio della nostra storia: gli anni di piombo, segnati da violenze politiche e da un clima di intolleranza che troppo spesso è degenerato in tragedia, quella ‘strategia della tensione’ messa in atto dal terrorismo di estrema destra sostenuto da pezzi dello Stato”.
Oggi, a distanza di mezzo secolo, per Massari “ricordare Alceste non è solo un dovere civile, ma un gesto profondamente politico. Così come ricordiamo ogni anno i martiri del 7 luglio 1960, Reggio Emilia, città medaglia d’oro della Resistenza, non può e non vuole dimenticare chi ha lottato e pagato con la vita l’impegno per una società, per una città più giusta”.
In questi anni, ha sottolineato Massari, il nome di Alceste Campanile “è stato ricordato dai suoi compagni, dalla famiglia, da chi ne ha condiviso il percorso. L’impegno che ci prendiamo, come amministrazione comunale, è far sì che quel nome appartenga sempre più a tutta la città. Vogliamo che le nuove generazioni lo conoscano, non come una vittima lontana nel tempo, ma come simbolo di un impegno sociale e politico che continua. A cinquant’anni dalla sua morte, è infatti fondamentale ricordarlo, a nome della nostra comunità, con rispetto, con dolore, ma anche con la speranza che anche nel suo nome Reggio continui a essere luogo di impegno, di partecipazione democratica, di coesione sociale, di libera espressione di diritti, di pace”.







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