2 agosto 1980, 39esimo della strage Bologna. Mattarella: eliminare zone d’ombra

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Il ricordo 39 anni dopo, la strage alla stazione di Bologna: 2 agosto 1980, 85 morti oltre 200 feriti. Una richiesta di giustizia mai soddisfatta urlata dai parenti delle vittime ogni anno nel giorno della ricorrenza. Alla cerimonia partecipano il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la vicepresidente della Camera Maria Elena Spadoni e il vicepresidente de Csm David Ermini. Con loro il sindaco Virginio Merola e il governatore Stefano Bonaccini e Paolo Bolognesi, il presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage.

“Eliminare le zone d’ombra. E’ l’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno del 39esimo anniversario della strage di Bologna. “Le istituzioni – dice il capo dello Stato – grazie all’opera meritoria dei suoi uomini, sono riuscite a definire una verità giudiziaria, giungendo alla condanna degli esecutori e portando alla luce la matrice neofascista dei terroristi. L’impegno profuso non è riuscito, tuttavia, a eliminare le zone d’ombra che persistono sugli ideatori dell’attentato. È una verità che dovrà essere interamente conquistata, per rendere completa l’affermazione della giustizia”.

“Il tempo tempo del silenzio è finito, ci stiamo muovendo finalmente tutti nella stessa direzione”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in Consiglio comunale a Bologna per la commemorazione del trentanovesimo anniversario della strage del 2 agosto. Oggi “mancano ancora tasselli”, ha detto, “la magistratura è al lavoro, un lavoro delicato dopo i processi sui depistaggi, che ci costringe ancora ad una attesa ma che che ci dà la speranza di far luce finalmente su quanto accaduto senza zone d’ombra”.

“Ogni anno – ha detto il sindaco Virginio Merola – aumenta la partecipazione alla cerimonia” per la commemorazione della strage del 2 agosto e “questo dà a noi la forza per continuare a chiedere verità e giustizia. Ringrazio l’associazione delle vittime perché la ricerca della verità, insieme al lavoro della magistratura, deve molto a questa associazione e alla sua tenacia nel presentare ulteriori elementi che possano portare ad accertamento della verità”.

L’Emilia chiede verità. “Le commemorazioni per la strage alla Stazione di Bologna arrivano quest’anno in un momento che vede aperti ben due processi: quello a carico dell’ex Nar Gilberto Cavallini e, per la prima volta, quello sui mandanti, un capitolo quest’ultimo fondamentale per capire cosa sia successo davvero il 2 agosto di trentanove anni fa e arrivare alla piena verità”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in occasione dell’anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, con le iniziative in ricordo delle vittime, e della giornata in memoria delle vittime di tutte le stragi.

“Il 2 agosto di ogni anno rappresenta il momento del cordoglio, del ricordo di chi perse la vita e di chi rimase ferito- afferma Bonaccini-. Ma cordoglio e ricordo non possono essere disgiunti dalla doverosa ricerca della verità, dopo anni di depistaggi e un percorso processuale e politico lungo e sofferto, che ancora non vede un punto di arrivo. Solo così, individuando le responsabilità ultime di quei terribili fatti che hanno insanguinato il nostro Paese, colpendo in maniera terribile Bologna e con lei l’intera comunità regionale, seminando morte, dolore e minacciando le basi stesse della convivenza civile e democratica, potremo rendere davvero giustizia alle 85 vittime, ai 200 feriti, alle loro famiglie”.

“Fino ad allora- prosegue- come Regione continueremo il nostro impegno, a fianco dell’Associazione dei familiari delle vittime e delle altre Istituzioni. Un impegno che ha portato a un risultato importante. Mi riferisco alla digitalizzazione dei fascicoli processuali sui fatti di terrorismo, eversione e stragismo giudicati dalla Corte d’Assise di Bologna a partire dal 1971, tra cui, appunto, quello relativo alla strage alla Stazione di Bologna”.

Una vera e propria opera di salvataggio archivistico, sostenuta dalla Regione e dall’Istituto regionale per i beni culturali (IBC), in collaborazione con l’Archivio di Stato di Bologna e grazie al prezioso lavoro dei volontari dell’Auser, che ha permesso di rendere disponibile alla consultazione presso lo stesso Archivio di Stato materiale di straordinaria importanza.

“Un lavoro complesso e delicato- sottolinea il presidente- che ci rende orgogliosi, non solo per il prezioso valore di documentazione a disposizione di studiosi, storici, giornalisti, ma anche per il contributo concreto che ha dato e potrà continuare a dare al lavoro degli stessi magistrati impegnati nelle indagini, fornendo loro strumenti di consultazione più completi e veloci. Un lavoro che mi auguro possa rappresentare un punto di riferimento anche sul piano nazionale per altre analoghe iniziative, relative ai tanti fatti eversivi che hanno colpito il nostro Paese”.

“Tenere vivo il ricordo di questi fatti drammatici- conclude Bonaccini- combattere l’oblio e l’indifferenza, a beneficio in particolare delle giovani generazioni, di quanti in quella lontana estate di quasi quarant’anni fa non erano neanche nati. Un dovere morale e civile che deve vederci uniti, cittadini e istituzioni, e al quale non vogliamo sottrarci”.