Vertenza Mind di Zola Predosa, la proprietà si oppone al ritiro dei licenziamenti

Mind Composites Zola Predosa

Giovedì 11 novembre, in occasione della riunione del tavolo di salvaguardia relativo alla situazione dell’azienda Mind di Zola Predosa, convocato su richiesta della Fiom-Cgil di Bologna dopo il licenziamento senza preavviso e con effetto immediato di tre dipendenti, la proprietà aziendale ha comunicato che “non ci sono le condizioni” per il ritiro dei licenziamenti.

La Città metropolitana di Bologna, tramite il capo di gabinetto del sindaco metropolitano e delegato al lavoro Sergio Lo Giudice, ha chiesto nuovamente all’azienda di riconsiderare questa posizione, “nella consapevolezza che qualsiasi confronto in sede sindacale è reso più difficile dalla scelta unilaterale dell’azienda: si costruiscano le condizioni per attivare percorsi di  tutela delle lavoratrici coinvolte”.

La vicenda, ha sottolineato Lo Giudice, “conferma la scelta fatta dalla Città metropolitana di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna con i Patti per il lavoro di definire soluzioni condivise nel caso di situazioni di esubero, intervenendo in via preventiva. In coerenza con questa modalità, è possibile costruire un percorso che possa garantire la miglior soluzione per tutte le parti coinvolte. Atteggiamenti di rigidità da parte dell’azienda non aiutano: confermo la disponibilità del tavolo già attivato ad agire come luogo di mediazione e composizione”.

L’azienda Mind lavora nel campo dell’automotive, servendo anche importanti gruppi come Lamborghini e Ferrari; impiega ad oggi quasi una cinquantina di dipendenti. Nonostante le ricadute che la crisi pandemica ha avuto anche su questa realtà, l’azienda ha assicurato di non prevedere ulteriori licenziamenti. Il contestato caso delle tre dipendenti rientrerebbe, secondo Mind, in un processo di riequilibrio tra la forza impiegatizia e quella operaia dovuta all’evoluzione dell’azienda, nata nel 2006 con un profilo legato alla progettazione ma arrivata oggi ad essere anche produttiva.

La sigla Fiom-Cgil, da parte sua, ha insistito nel chiedere il ritiro dei licenziamenti e l’apertura di un tavolo sindacale “per individuare un percorso condiviso che possa garantire la miglior soluzione per tutte le parti coinvolte”. Nel frattempo è previsto un nuovo appuntamento del tavolo di salvaguardia entro la fine di novembre.