Svolta nel caso di Saman Abbas: arrestato a Parigi lo zio Danish Hasnain, è indagato per omicidio

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Nella mattinata di mercoledì 22 settembre la polizia francese ha arrestato alla periferia di Parigi Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, la diciottenne di origine pakistana scomparsa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio dalla sua casa di Novellara – in provincia di Reggio – dopo aver rifiutato un matrimonio combinato in patria, dove era stata promessa in sposa a un cugino.

L’uomo, latitante e anch’egli di nazionalità pakistana, era destinatario di un mandato di arresto europeo ed è stato rintracciato in collaborazione con i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio. È ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio della giovane.

 

Nonostante il corpo di Saman Abbas non sia mai stato ritrovato, gli inquirenti sono convinti che la ragazza sia stata assassinata da uno o più membri della sua stessa famiglia e che il suo cadavere sia stato successivamente sepolto da qualche parte nella Bassa Reggiana.

Sono cinque, al momento, le persone indagate con l’accusa di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Oltre ad Hasnain la lista comprende anche i genitori della ragazza (latitanti dopo una fuga in Pakistan e destinatari di un mandato di cattura internazionale) e due cugini della giovane vittima: uno ancora latitante e ricercato in tutta Europa, l’altro invece – Ijaz Ikram – fermato e arrestato a inizio giugno in Francia mentre tentava di raggiungere la Spagna, e attualmente detenuto nel carcere di Reggio.

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Le reazioni. “Questo terribile e angosciante fatto di cronaca ha sconvolto non solo la locale comunità di Novellara, ma le coscienze di tutti noi, che da diversi mesi ormai ci interroghiamo sul destino della giovane ragazza pachistana, senza trovare risposta”, ha commentato il deputato reggiano del Pd Andrea Rossi: “Speriamo ora che questo sorprendente arresto consenta di fare luce, in tempi rapidi, sulla verità dei fatti, e di rendere giustizia alla figura di Saman, giovane donna la cui unica colpa è stata quella di ribellarsi a un matrimonio forzato imposto dalla famiglia. Un messaggio importante anche per tutte le ragazze, e abbiamo scoperto che non sono poche, che si sono trovate in situazioni simili”.

“Se esiste un messaggio nella vicenda di Saman, che ci auguriamo che si concluda presto, anche grazie a questo arresto, è quello che le donne, a qualsiasi latitudine, meritano rispetto. Non è più tollerabile che la spirale di violenza che coinvolge le donne, italiane e straniere, nel nostro Paese possa continuare con questa recrudescenza. Il dovere che tutti noi abbiamo, collettivamente come politica ma anche individualmente come persone e famiglie, è quello di aiutare le donne, di qualsiasi nazionalità esse siano, è quello di farle uscire dal maltrattamento, dalla prepotenza e dalla sopraffazione fisica e mentale. Una sfida educativa di ampio respiro, senza la quale il nostro Paese non può definirsi civile”.

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Il caso della ragazza di famiglia pachistana residente a Novellara, che si era ribellata a un matrimonio forzato ed è sparita dallo scorso 30 aprile, ha tenuto banco a lungo ed è sempre una ferita aperta. “Non possiamo ancora trarre conclusioni definitive”, sottolinea Zanichelli, “Ma possiamo fin d’ora ringraziare gli inquirenti e le forze dell’ordine di Reggio Emilia per il lavoro che stanno svolgendo e che non potrà che contribuire a chiarire la vicenda. Per quanto dolorosa, la verità nel caso di Saman è necessaria, come è necessario l’accertamento delle responsabilità di chi ha commesso un crimine”.