Più ragioni resero il 1982 decisivo nella storia repubblicana italiana. Per la prima volta il governo era guidato da un non democristiano, il laico Giovanni Spadolini. La stagione di sangue degli anni di piombo era entrata nella sua fase terminale. Con l’assassinio di Aldo Moro, quattro anni prima, la politica del compromesso storico era velocemente tramontata. Il nuovo corso socialista guidato da Bettino Craxi, eletto segretario nel 1976, proponeva al Paese una politica riformista, autonoma da un Pci immobile e privo di strategia, nell’obiettivo di modernizzare il Paese rilanciandone lo spirito imprenditoriale e rafforzandone il ruolo nel contesto internazionale.
A disegnare l’impianto filosofico-politico di quella visione fu un giovane docente universitario milanese, da tempo braccio destro di Craxi. Si chiamava Claudio Martelli. Alla conferenza programmatica del Psi svoltasi in quell’anno a Rimini, Martelli presentò una relazione passata alla storia come il discorso del “merito e bisogno”: una riflessione di ampio contenuto innovativo destinato a incardinare il senso evolutivo della gloriosa storia socialista nell’equilibrio tra individuo e società, integrando in chiave che oggi diremmo “win win” la relazione tra talento e solidarietà, tra capacità e fragilità, a iniziare dai processi in atto nel mondo del lavoro.
A distanza di oltre quarant’anni, Martelli, oggi presidente della Fondazione Nenni, ha riletto e riscritto la riflessione su merito e bisogno in un libro che non parla del passato ma soprattutto del futuro di una visione socialista riformista nel ventunesimo secolo. Domani sera, venerdì 9 maggio dalle 18.30 all’hotel Posta di Reggio, avremo occasione di parlarne con lui.







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