Sgarbi in campo: “Ma non come sindaco”

sgarbi

Sgarbi è in campo per Ferrara, ma non come candidato sindaco. Lo precisa lui stesso, dopo che aveva parlato con i media locali della sua candidatura alle elezioni della prossima primavera.

“Sono felice di essere sindaco di Sutri – ha detto – ma non posso lasciare la mia città, Ferrara, in abbandono e, dopo alcuni sgarbi intollerabili, ho presentato la mia candidatura, dichiarandomi disponibile ad accordi con le altre forze politiche, pronte a dialogare con Rinascimento.

E, proprio per non pormi il problema delle dimissioni da Sutri, ho specificato di essere pronto ad assumere qualunque ruolo compatibile, assessore, direttore di museo a titolo gratuito, promotore di festival, curatore di mostre, consulente. Tutte queste funzioni sono compatibili con il ruolo di sindaco di Sutri”.

L’annuncio del critico d’arte raccolto dai media. “Ho deciso di presentare alle prossime amministrative ed europee la mia lista, per conquistare l’amministrazione della città e restituirle il suo primato culturale”.

Si chiamerà “Rinascimento” la lista con la quale Vittorio Sgarbi correrà alle prossime amministrative per conquistare la poltrona di sindaco di Ferrara. Il critico d’arte ferrarese ha infatti deciso di candidarsi alle elezioni comunali di maggio.

Lo dice Vittorio Sgarbi all’edizione ferrarese del Resto del Carlino lanciando Rinascimento nell’agone elettorale della sua città natale, sottolineando che “la differenza con il 1999 è che stavolta vinciamo”. Sgarbi parla di un accordo con Alan Fabbri della Lega ed esprime piena sintonia col Carroccio anche sul tema sicurezza: “Se uno entra in casa mia per delinquere, lo uccido senza indugio. Sono allineato, anzi vado oltre Salvini”.

Nella nota nella quale Sgarbi spiega le ragioni che lo hanno portato ad assumere la decisione in particolare quella che per il critico ferrarese è stata una pessima gestione delle politiche culturali della città. L’intenzione sarebbe dunque quella di “concorrere e conquistare l’amministrazione della città e restituirle il suo primato culturale”.