“La Cgil perde il pelo ma non il vizio: riparte con l’ennesimo sciopero generale e, anziché spiegare le sue ragioni, richiama all’ordine chi non partecipa. Caro Sesena, una volta e per tutte: non siamo compagni che sbagliano. Abbiamo due idee diverse di lavoro, diritti e futuro. Fatevene una ragione e buona vita”.
È una replica a muso duro quella della segreteria di Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo, che ha reagito così alle parole del segretario della Camera del lavoro reggiana pronunciate durante lo sciopero generale indetto dalla Cgil contro la legge di bilancio del governo Meloni, che a Reggio ha visto migliaia di lavoratori e lavoratrici in corteo.
Papaleo ha anche rivangato un episodio risalente al novembre del 2023: il corteo della Cgil, allora, sfilò davanti alla sede della Cisl in via Turri e furono rivolte gravi offese all’indirizzo del sindacato. “La Cgil resta ferma lì: chi non si adegua ‘non capisce’ e ‘non fa il bene dei lavoratori'”, secondo la leader di Cisl Emilia Centrale, che ora accusa la Cgil di “doppiopesismo puro: tutto l’anno si invoca la Costituzione e l’antifascismo e poi, a chi fa scelte diverse, si danno lezioni di morale. Parlate delle vostre proposte: cosa avete ottenuto dopo 60 ore di scioperi e quanto sono costati ai lavoratori? Più di 1.200 euro tra stipendio, Tfr e tredicesima, senza portare a casa nulla”.
Sull’unità sindacale, la leadership della Cisl sembra avere le idee chiare: “Per noi unitarietà significa innovazione, condivisione e dialogo che rispetta l’altro, non imposizioni. Significa stare ai tavoli, tutti, senza scappare portando via la palla e senza svalutare lo sciopero. E significa puntare sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese: la vera leva per affrontare emergenze che già colpiscono società e lavoro. Proprio perché sappiamo bene chi rappresentiamo, diciamo che questo sarà un cambiamento che rafforzerà la contrattazione, anche se voi lo dipingete come una minaccia. Su questo campo si giocherà sempre più la partita tra un sindacato conservatore e un sindacato riformista”.
Cisl Emilia Centrale ha quindi rilanciato la proposta di unire la comunità in un patto, senza tracciare un solco tra “buoni” e “presunti cattivi”: “Il nostro metodo non è stato, non è e non sarà mai quello della matita rossa puntata in faccia a chi non si allinea”. “È legittimo”, ha aggiunto Papaleo, rivolgendosi direttamente alla Cgil, “che abbiate scelto di dire no a tutto e a prescindere, restando tagliati fuori da sanità, scuola e funzioni centrali. Non va bene, invece, bilanciare questi insuccessi attaccando sulla nostra schiena il bersaglio dei nemici e aizzando le persone contro la Cisl”.
Quello dell’unitarietà, secondo Cisl, “è un concetto prezioso ma va praticato ogni giorno, non solo durante il corteo del Primo Maggio”. Per Papaleo “questa Cisl ha difeso in solitaria il controllo pubblico dei Comuni sul trasporto locale, ha sostenuto le misure di sicurezza in zona stazione e ha presentato dieci proposte strategiche per il lavoro e per difendere le famiglie della classe media, schiacciate da affitti fuori controllo e dal costo di mantenere i figli. Perché sono questi fattori la radice del crollo demografico”.
“Abbiamo difeso Reggio in un anno terribile”, rivendica Papaleo, “con quasi mille posti di lavoro andati in fumo, spingendo la città a darsi un metodo condiviso per governare la logistica, vitale per l’economia moderna. Abbiamo vissuto la perdita del Polo della Moda come una sconfitta che brucia. Se la Cgil vuole essere unitaria su queste e altre sfide, avanti. Ma lo faccia col rispetto dovuto a una grande storia sindacale e non con i richiami all’ordine. Le porte del dialogo in Cisl sono sempre aperte. Senza bersagli, senza matite rosse puntate addosso, con la certezza che gli anni Settanta sono finiti da un pezzo ed è tempo di aggiornare vocabolario, strumenti e obiettivi”.







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