È il 16 dicembre la data in cui i rappresentanti sindacali della Saga Coffee incontreranno nella sede della Regione Emilia-Romagna l’imprenditore interessato a reindustrializzare lo stabilimento di Gaggio Montano, sull’Appennino Bolognese: la svolta è arrivata dopo che nelle scorse settimane il gruppo Evoca, proprietario della fabbrica emiliana in cui si realizzano macchine professionali da caffè per attività di ristorazione e bar, aveva annunciato l’intenzione di fermare le attività entro la fine del 2022, spostando la produzione a Bergamo e in altri paesi europei (Spagna e Romania). Una chiusura che metterebbe a rischio 220 posti di lavoro, occupati in maggioranza da donne.
La data è stata definita nella mattinata di lunedì 6 dicembre durante un confronto tra l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla e i segretari delle sigle sindacali Fiom-Cgil e Fim-Cisl di Bologna e dell’Emilia-Romagna. All’incontro del 16 dicembre parteciperanno anche rappresentanti dello stesso gruppo Evoca.
“L’assessore – hanno sottolineato i sindacati in una nota – ci ha confermato che saremmo di fronte a un imprenditore vero (e non a rischi di operazioni speculative) con un progetto industriale serio. Restano però aspetti di assoluta delicatezza, anche perché ancora non sarebbe stato raggiunto un accordo definitivo tra il gruppo Evoca e l’imprenditore in questione”.
Inoltre, sempre secondo i sindacati, “non sono chiari i tempi della reindustrializzazione e tutti gli aspetti riferiti all’occupazione, che dovranno essere affrontati con le organizzazioni sindacali. Fin da ora deve essere chiaro che Evoca, che si è assunta la responsabilità di chiudere l’azienda con tutte le conseguenze sociali e industriali, deve fare tutto quanto necessario affinché l’operazione di reindustrializzazione si concluda in tempi certi e in grado di dare una risposta seria a tutto il personale”.
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In questi "tavoli" si rappresentano situazioni che non corrispondono alla realtà, ma di che parlano!?
Tra amore e masochismo. Tra amore e masochismo c'è un sottile confine che separa la felicità dal dolore. Non so quando ho varcato quella linea, ma so che l'hai varcata
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