Aemilia, Pagliani: “Mai stato sponda politica”

Giuseppe Pagliani

A fine 2020 l’ex consigliere comunale e capogruppo del Popolo della Libertà a Reggio Giuseppe Pagliani è stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo di appello bis Aemilia “per non aver commesso il fatto”. Ora, dopo quasi tre mesi, sono state rese note le motivazioni della sentenza della prima sezione della Corte di Appello di Bologna.

“Quanto motivato dai giudici rispecchia quello che ho sempre sostenuto, ovvero di non essere mai stato in alcun modo la sponda politica e mediatica di un’associazione criminosa di stampo mafioso”, ha commentato Pagliani. La Corte d’appello ha attestato che non c’è alcuna prova di un apporto fattivo di Pagliani all’attività dell’associazione criminale in questione “e che io, oltre a non aver mai accettato di sottoscrivere né conseguentemente onorato alcun accordo con qualsivoglia consorteria mafiosa, non ne ho mai ricevuto in cambio favori di sorta”, ha sottolineato l’ex consigliere di centrodestra.

I giudici della Corte d’appello, inoltre, “riconoscono che nei confronti del prefetto De Miro ho sempre tenuto una condotta corretta e non mi sono mai mosso strumentalmente per delegittimare il suo operato allo scopo di favorire la ‘ndrangheta, anzi ho sempre sostenuto il suo lavoro. Quello che in questa sentenza viene sottolineato con decisione dalla Corte d’appello è la mancanza totale dell’elemento oggettivo del reato e l’assenza di prove attestanti una condotta penalmente rilevante del sottoscritto”.

“So che nessuno potrà restituirmi il tempo perso e la sofferenza subita a causa di un giogo che mi ha inutilmente e indebitamente tolto serenità ed energie per sei lunghissimi anni”, ha aggiunto Pagliani: “Rimane il piacere per avere per l’ennesima volta la conferma del fatto che, sebbene le persone per bene possano essere perseguitate per anni e accusate ingiustamente, arriva sempre il momento in cui il bene vince. Questo è quel momento, che io dedico in primis a mio padre Sandro, scomparso due anni e mezzo fa, a mia mamma Anna e alle tante persone che mi sono state vicine in questi anni difficili”.

Pagliani era stato arrestato nel 2015 nell’ambito della maxi-operazione Aemilia contro la ‘ndrangheta in Emilia-Romagna. Fu poi assolto in primo grado dal giudice per l’udienza preliminare, dopo essersi avvalso del rito abbreviato; dopo il ricorso dell’accusa, tuttavia, fu condannato a quattro anni di reclusione dalla Corte di appello, ma in seguito la Cassazione annullò la sentenza con rinvio, sostenendo che dovevano essere risentiti alcuni testimoni. Il processo di appello bis si è concluso in modo opposto rispetto al primo, con una nuova pronuncia di assoluzione – questa volta definitiva – per Pagliani.