Reggio. Nel 2022 sono stati 51.460 i nuovi contratti di lavoro, i più a tempo determinato

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Nel 2022, il 63% delle imprese della provincia di Reggio Emilia, il 56% delle quali appartenenti alla classe dimensionale da 1 a 49 dipendenti, ha assunto personale; i nuovi contratti, seppure in massima parte a tempo determinato, sono così stati 51.460. Si tratta di un dato in forte crescita rispetto al saldo del 2021; l’incremento, infatti, è stato del 29,5%, corrispondente a quasi 12.000 nuovi contratti in più.

Questi valori, elaborati dal Sistema informativo Excelsior in collaborazione con l’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia, registrano, dunque, un ulteriore miglioramento dell’andamento del mercato del lavoro reggiano nel corso del 2022.

Così come era accaduto lo scorso anno, le assunzioni si sono concentrate per il 60% nell’ambito del servizi, anche se percentualmente l’incremento maggiore (+34,7%) ha riguardato l’industria, che si è portata da 15.430 a 20.790 nuovi contratti.

Quote rilevanti sono confluite nell’industria di fabbricazione di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (5.240 nuovi contratti, pari al 25,2 % sul totale del comparto industriale), nelle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (4.530 contratti, per una quota del 21,7%), nelle costruzioni (3.150, con una quota del 15,1%) e nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (1.710, 8,2 %).

Per i servizi, la parte del leone l’ha fatta il comparto dei servizi di alloggio e ristorazione e dei servizi turistici con 8.600 nuovi ingressi (28% sul totale della domanda per servizi), seguito dai servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio, con 3.650 assunzioni (11,9 %), servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone con 3.530 nuovi ingressi (11,5%) e 2.360 servizi avanzati di supporto alle imprese (7,7%), tanto per citare le voci più importanti.

La situazione, dunque, è apparsa generalmente positiva, sebbene nel 45% dei casi la selezione si sia rivelata più difficile del previsto, con un valore di quattro punti in più rispetto al 41% registrato dalle imprese nel 2021. In due casi su tre non si trovano profili disponibili, semplicemente perché non ce ne sono molti sul mercato, ma sono molto evidenti le difficoltà legate ad una preparazione dei candidati ritenuta inadeguata.

Nello specifico, i settori provinciali con maggiori difficoltà di reperimento sono stati quello delle costruzioni (difficile reperimento nel 61% dei casi, più della metà per mancanza di candidati), sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati (nel 57% dei casi, di cui il 46% per mancanza di candidati), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (52%), servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone ( 48%), industria fabbricazione macchinari e attrezzature e dei mezzi di trasporto (48%). Le figure professionali che sono state di più difficile reperimento da parte delle imprese della nostra provincia nel 2022 sono state quelle relative a operai specializzati, con 7.580 entrate previste, in sei casi su dieci di difficile reperimento, seguiti da dirigenti, professioni intellettuali scientifiche, con elevata specializzazione (2.680 new entry con difficoltà di reperimento pari alla metà dei casi), professioni tecniche con 7.830 assunzioni con difficoltà di reperimento pari al 53,9% delle figure, conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili (10.110 nuovi ingressi a fronte di un 46,5% di casi “difficili”), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (11.370 assunzioni, di difficile reperimento nel 40% dei casi), impiegati con 4.000 assunzioni, una su quattro difficile da trovare sul mercato del lavoro. Si è dunque confermato, in incremento, il permanere di uno scollamento tra formazione e mondo produttivo.

Tra gli andamenti del 2022 è interessante notare l’aumento della quota di ingressi legata ai giovani fino a 29 anni di età, che è salita di ben quattro punti, passando dal 29% del 2021 al 33% del 2022.

I giovani sono stati richiesti, in primis, nell’ambito dei servizi di alloggio e ristorazione e dei servizi turistici (52% sul totale degli assunti nel comparto), nel commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (40%), altre industrie (32%), industrie per la fabbricazione di macchinari e attrezzature e dei mezzi di trasporto (32%) e nelle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (34%).

Per fornire un quadro complessivo relativo agli indirizzi di studio più richiesti dalle imprese della nostra provincia, nell’ambito dei diplomi universitari (6.800 entrate nel 2022) i più ricercati sono quelli ad indirizzo economico, all’insegnamento ed alla formazione e quelli a indirizzo ingegneristico industriale, che insieme rappresentano il 13% della domanda complessiva; nell’ambito dei diplomi quinquennali di scuola secondaria superiore, che rappresentano il 28% del totale per 14.380 unità, i più gettonati sono quelli con indirizzo amministrazione, finanza e marketing, indirizzo meccanica, meccatronica ed energia e indirizzo turismo, enogastronomia e ospitalità. Seguono le qualifiche professionali (3 anni) o diplomi professionali (4 anni) con entrate esplicite (cioè espressamente segnalate con quel titolo di studio) pari a 11.130 unità, relative principalmente a indirizzo meccanico (29,4%), indirizzo ristorazione (20,4%) e indirizzo trasformazione agroalimentare (10,7%).