Reggio. In Fonderia “Bayadère. Il regno delle ombre” con il Nuovo balletto di Toscana

Nuovo balletto di Toscana danza

Mercoledì 20 ottobre alle 20.30 alla Fonderia di Reggio andrà in scena “Bayadère. Il regno delle ombre”, balletto in un atto per 12 danzatori della compagnia Nuovo balletto di Toscana: una versione contemporanea, distante anni luce dall’esotismo, dai bramini e dai pascià dell’archetipo ottocentesco disegnato da Marius Petipa sulle musiche di Ludwig Minkus.

Il coreografo Michele Di Stefano coglie l’atemporalità del “classico” nel III atto di Bayadère, il cosiddetto “Regno delle ombre”, dove le anime impalpabili apparse in sogno al guerriero Solor dopo aver fumato il narghilé scendono in arabesques penchées le pendici dell’Himalaya. Una visione incantevole, un atto bianco di stupore che si traduce in una visione psichedelica e contemporanea, ma sempre con Minkus ad accompagnarla.

“Bayadère – ha spiegato Di Stefano – è un balletto intriso di esotismo idealizzato, sia nella trama melodrammatica che nell’estetica dell’insieme. Nella tradizione la sua scena più celebre, il Regno delle Ombre, si presenta borderline al limite tra il reale e l’aldilà, dove le ombre che appaiono sono come congelate nella loro tragica condizione e i movimenti che compiono sono rituali; l’atto esprime una visione che esula dal contesto e che apre a un passaggio di puro movimento, astratto e lucido nella sua semplicità formale”.

“Il mio interesse – ha aggiunto il coreografo – è rivolto proprio al potenziale compositivo che questa scena contiene, non per replicarla ma per scatenare tutta la sua forza dinamica e anche per restituire all’allucinazione di Solor la sua vera natura psichedelica. Pensato per un ensemble di talenti giovanissimi, questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione”.