È ancora avvolto nel mistero quanto accaduto nelle prime ore del mattino di martedì 16 settembre a Reggio, nella zona di Santa Croce, in due distinti episodi apparentemente scollegati tra di loro ma che potrebbero avere dietro la stessa mano – o meglio, la stessa auto.
Due uomini, un autista di autobus di 44 anni e un runner di 36 anni, sono stati presi di mira da due giovani a bordo di una macchina, con lo stesso modus operandi: prima hanno tentato di investirli (e in un caso ci sono riusciti) e poi sono scesi dall’auto e li hanno aggrediti, senza un motivo chiaro.
La vicenda, dai contorni ancora poco chiari, risale a martedì mattina prima dell’alba, intorno alle 5.40: un uomo di 44 anni è stato puntato e investito dall’auto in via Saragat, una delle strade di collegamento tra via Adua e via del Chionso, mentre stava andando al lavoro. A quel punto i due – descritti come giovani stranieri, ma la circostanza è ancora da verificare – sono scesi e lo hanno aggredito colpendolo ripetutamente con calci e pugni; uno di loro, armato di un coccio di bottiglia, lo ha anche sfregiato, seppur solo superficialmente. Dopo averlo lasciato a terra, i due sono risaliti in macchina e si sono allontanati.
Sempre intorno a quell’ora, non è ancora chiaro se prima o dopo l’aggressione al quarantaquattrenne, un uomo di 36 anni – Manuel Setti, cantautore e chitarrista – è stato preso di mira mentre stava tornando da una sessione di corsa mattutina: l’auto, arrivata a forte velocità, ha sterzato per investirlo. Solo la prontezza del trentaseienne, che si è buttato di lato, finendo in una siepe, gli ha permesso di evitarla.
Ma non era finita lì: l’uomo si è allontanato di corsa, ma è stato inseguito dalla macchina. Quando è stato raggiunto, uno dei due giovani a bordo è sceso e si è avvicinato con fare minaccioso: ne è nata una colluttazione, con colpi reciproci, finché anche il secondo giovane è sceso a dare man forte al complice; a quel punto il trentaseienne è stato buttato a terra e colpito con calci anche alla testa, finché i due non hanno deciso che fosse abbastanza, sono risaliti in macchina e si sono allontanati facendo perdere le proprie tracce.
Almeno per il momento, visto che ora i carabinieri stanno analizzando i filmati delle telecamere del sistema di videosorveglianza della zona per ricostruire tutta la dinamica di quei momenti e cercare di risalire ai responsabili delle due aggressioni.







Sfregiato con un coccio di bottiglia “…seppur solo superficialmente…”
Ah beh, allora è ‘solo’ uno sfregio superficiale…una bottigliata percepita?
Ci sentiamo tutti più sollevati, da questo edificante episodio.
Avete omesso di specificare che gli aggressori sono due risorse “diversamente Reggiane”, come emerso e dichiarato anche dalle vittime dell’aggressione; confidiamo nelle indagini e nel funzionamento delle videocamere di sicurezza della zona.
Reggio Emilia Città delle Persone, come è doloroso, da Reggiano, vederti ridotta così male…
non mi pare che i media locali abbiano accenato alla nazionalita’ degli aggressori…quanta cautela, quanti scrupoli….cerchiamo di non pestare troppo i piedi agli amici delle cooperative dell’accoglienza….
Speriamo ci siano filmati utili a ricostruire l’accaduto e identificare gli aggressori.
Mi pare che si sia abbandontemente passato il segno…
Ma no, è soltanto una questione di percezione. Aspetta che i fascisti arrivino al 90% dei consensi e forse (forse) le anime belle, candide e pure, paladine dell’accoglienza, apriranno gli occhi…
Ho grossi dubbi sulla capacita’ della maggioranza degli italiani ( e reggiani) di svegliarsi dal torpore in cui sono sprofondati. Quando lo faranno sara’ troppo tardi. E per rimettere le cose a posto, sempre che si decida di farlo, non ci saranno strade o metodi “civili ed indolore”. Sara’ buio pesto per tutti. Noi in primis.