Reggio. A Villa Sesso un piazzale intitolato a Gino Bartali

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Questa mattina, a Villa Sesso, si è svolta la cerimonia di intitolazione del piazzale adiacente la scuola primaria ‘Monsignor Canossini’ – situato tra via Ferri e via Galeotti – al campione del ciclismo e di umanità Gino Bartali. Alla cerimonia hanno preso parte l’assessore alla Partecipazione Lanfranco De Franco, due classi della scuola primaria Monsignor Canossini accompagnate dalle loro insegnanti, il presidente dell’Associazione promotrice di Cultura e Tradizione di Villa Sesso – che ne ha proposto l’intitolazione – Vando Vittorio Pedroni, la vicepresidente di Istoreco Viviana Saccani, rappresentanti di Polizia locale, Questura e Ausl di Reggio Emilia.

“È raro trovare una figura come quella di Gino Bartali, che unisce grandi doti sportive ad una grande carica di umanità e coraggio, tanto da mettere a repentaglio la propria vita per salvarne delle altre – ha detto l’assessore Lanfranco De Franco – La sua storia è un bell’esempio di campione che nella sua vita ha scelto di non rimanere indifferente davanti a quanto stava accadendo agli ebrei, impegnandosi in prima persona per aiutare centinaia di persone. Uno sportivo molto amato dal ‘popolo’ e che non ha mai voluto fare sfoggio delle sue azioni umanitarie, quindi anche umile: è bello pensare che gli alunni della scuola Canossini possano ricordarne la vicenda attraversando questo piazzale ogni giorno prima di entrare a scuola”.

Nel corso della cerimonia sono intervenuti gli stessi alunni della scuola Canossini, che hanno letto alcuni pensieri scritti da loro stessi in ricordo di Gino Bartali.

L’intitolazione del piazzale alla memoria di Gino Bartali nasce dalla richiesta dell’Associazione promotrice di Cultura e Tradizione di Villa Sesso, presentata dal presidente Vando Vittorio Pedroni quale riconoscimento non soltanto per i meriti sportivi, ma soprattutto per il ruolo attivo avuto durante la seconda guerra mondiale, contribuendo al salvataggio di centinaia di persone di fede ebraica.

“Un campione di ciclismo e di umanità”, si legge infatti nella lettera, tra le motivazioni.

Usando gli allenamenti per le gare come copertura, Bartali percorse migliaia di chilometri tra Firenze, Luca, Assisi, Genova e Roma trasportando, nascosti nel telaio della sua bici, carte d’identità contraffatte e altri documenti che permisero agli ebrei di sfuggire a persecuzione e deportazione. Per questo dal 2013 Gino Bartali è annoverato in Israele tra i Giusti fra le Nazioni.