Referendum taglio deputati. No in piazza sabato 12, 5s con #VotaSìDay

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La questione del referendum al centro del dibattito: i due fronti, quello del No e quello del Sì, richiamano i sostenitori per sabato 12 settembre, a una settimana dal voto: “sabato 12 settembre, a una settimana dal referendum, si terrà il #VotaSìDay, una giornata in cui siamo tutti chiamati a informare e a diffondere le ragioni del SI per il taglio di 345 parlamentari per le strade e nelle piazze italiane. Organizza un banchetto o un gazebo e aiutaci a diffondere questa battaglia”, ha annunciato il blog delle Stelle in un post. E fioccano anche le mobilitazioni dei comitati per il No al referendum. NOstra, il comitato Giovanile per il No al Referendum, ha annunciato in conferenza una manifestazione di piazza il 12 settembre. Presenti Jasmine Cristallo, portavoce Nazionale delle Sardine, che sostiene il no al referendum e Emma Bonino. “Come +Europa – ha spiegato Bonino – sosteniamo l’iniziativa dei giovani mentre noi faremo una maratona oratoria il 9 settembre, vedremo se in forma pubblica o in streaming. Sono contraria ad una riforma fatta in questo modo e come se un coinquilino del primo piano togliesse la trave portante senza occuparsi della stabilità complessiva del caseggiato. In una democrazia parlamentare non si può procedere così”.

“Stanno raccontando che con la riduzione del numero dei parlamentari verrebbe indebolito il principio di rappresentanza. Falso. A fare queste affermazioni sono gli stessi politici che nei loro partiti contano tra le proprie file il più alto numero di parlamentari assenteisti. Persone che alla Camera o al Senato si vedono solo ogni tanto e ancora meno nei territori in cui sono stati eletti. Altro che rappresentanza popolare”, si legge nel post del blog delle Stelle che attacca: ” Tra i politici sono molti quelli che si stanno schierando, più o meno velatamente, per il No al taglio del numero dei parlamentari e per conservare lo status quo (con i relativi costi per le casse pubbliche)”.

Partiti divisi. Il referendum sul taglio dei parlamentari divide i partiti invece di unirli. È questo lo scenario a cui si sta assistendo a 20 giorni dal voto referendario, Se il Sì lo scorso ottobre aveva incassato il via libera da parte di tutti i partiti, tranne qualche distinguo nel gruppo Misto di Montecitorio, la situazione oggi è molto diversa. Il fronte del No al referendum costituzionale cresce. “Io sto ancora riflettendo sul mio voto, fermo restando l’assoluta libertà per i nostri militanti e per i nostri eletti”, ha detto Silvio Berlusconi questa mattina ad “Agorà Estate” di RaiTre. Mentre l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, intervistato da Repubblica, ha motivato in modo netto la sua contrarietà alla riduzione dei parlamentari dicendo che “questo referendum serve solo a tagliare delle teste, alla Robespierre: io non ci sto”, aggiungendo che la riduzione dei parlamentari ci può stare, ma solo “a valle di una riforma del sistema e della legge elettorale”. Le truppe del “No” saranno in piazza S.S. Apostoli, a Roma, il prossimo 12 settembre.

Secondo i sondaggi il Sì parrebbe ampiamente avanti ma, come dice Casini, “le battaglie più intelligenti sono quelle di minoranza, quindi non rinuncio a dire quel che penso”. Maggiormente diviso al suo interno è il Partito democratico, che aveva posto sul piatto dell’accordo di governo la riforma elettorale, sempre più difficile in questo scenario, offrendo in cambio al M5s il proprio Sì alla riforma costituzionale.

Mercoledì una pattuglia di dem affronterà le ragioni de Sì in un incontro alla Camera a cui parteciperanno Stefano Ceccanti, Elisabetta Gualmini, Brenda Barnini, Maurizio Martina, Franco Mirabelli, Dario Parrini, Andrea Romano, Giorgio Tonini. Il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, getta acqua sul fuoco sottolineando il dibattito interno al partito “molto ricco e vivace”. Una “ricchezza” dice il capo dei senatori Pd, e “un bene da preservare, un bene prezioso quasi unico nel panorama della politica italiana”. Ma in una lettera inviata a Repubblica il segretario Nicola ZIngaretti, si guarda intorno ed esprime “rispetto” per chi, dei suoi, non sostiene la linea della segreteria sul Sì al referendum, ma avverte: “accanto a esigenze vere e sincere vedo anche il crescere, soprattutto fuori di noi, di uno spirito polemico contro il Pd e contro la scelta del Sì”.