L’ultima riunione di novembre della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato una sostanziale stabilità dell’indice Rt relativo all’epidemia di nuovo coronavirus in Italia.
Secondo i numeri del ministero e della Protezione civile, infatti, il valore dell’indice di trasmissibilità medio (calcolato sui casi sintomatici) dell’infezione da virus Sars-Cov-2 è pari a 1,23 (range: 1,15 – 1,30), e rimane per la quarta settimana consecutiva sopra la soglia epidemica (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (Rt maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (Rt inferiore a 1).
In aumento, invece, il cosiddetto “Rt ospedaliero”, ovvero l’indice di trasmissibilità basato sui casi di Covid-19 con ricovero ospedaliero, risalito rispetto alla rilevazione precedente da 1,09 a 1,15 (range: 1,11 – 1,19) e anch’esso al di sopra della soglia epidemica.
In crescita anche la pressione sulle strutture ospedaliere, anche se la situazione generale non è ancora arrivata ai livelli di guardia: il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva è salito dal 5,3% del 18 novembre al 6,2% del 25 novembre, mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale ha fatto registrare un incremento dal 7,1% del 18 novembre all’attuale 8,1%.
Il monitoraggio settimanale sullo stato dell’epidemia in Italia ha confermato inoltre il trend al rialzo dell’incidenza settimanale dei contagi, che ha fatto registrare un altro rilevante aumento, passando da 98 a 125 nuovi casi di positività riscontrati ogni 100mila abitanti; un valore che è per la quarta settimana consecutiva sopra la soglia di attenzione dei cinquanta nuovi casi ogni 100.000 abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo della circolazione del virus grazie a un più efficiente contenimento (ovvero l’identificazione dei casi e il tracciamento dei relativi contatti).
È ancora in forte aumento il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (23.971, rispetto ai 15.773 del monitoraggio precedente), mentre è stabile al 34% la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti. Stabile anche la quota di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (45%), così come è stabile a quota 21% la percentuale dei casi diagnosticati attraverso le attività di screening.
È leggermente peggiorato il quadro della classificazione del rischio epidemico delle regioni e delle province autonome: secondo l’ultima rilevazione, infatti, una regione è classificata a rischio alto, mentre sono 18 le regioni e le province autonome considerate a rischio moderato; una di queste, inoltre, è ritenuta ad alta probabilità di progressione verso uno scenario peggiore. Dieci tra regioni e province autonome hanno riportato un’allerta di resilienza, mentre nessuna di loro ha riportato molteplici allerte di resilienza.
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