Punto nascite Castelnovo Monti: sollecitare la deroga

"E’ un errore, un gravissimo errore che paga prima di tutto la montagna, ma che ricade su tutto il territorio: la Regione, che l’ha già chiesta, solleciti ora la deroga al nuovo ministro della Salute." 
Confcooperative ritorna così sulla questione del Punto nascite dell’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti alla vigilia dell’incontro pubblico (che vedrà in prima fila i sindaci dell’Appennino) in programma venerdì nel capoluogo montano. 
 
"E’ la politica che deve tornare in campo – sottolinea il direttore della centrale cooperativa, Giovanni Teneggi – perchè tutto ciò che riguarda il futuro di territori e comunità deve essere al centro di ogni sua azione, e qui è del tutto evidente che una tenuta sui servizi fondamentali (a partire proprio da quelli sanitari, scolastici e sociali) è condizione essenziale per parlare di qualsiasi forma di crescita: da quella demografica, all’economia, al lavoro". 
"Aprire nuove gallerie e migliorare – seppure con molta lentezza – le infrastrutture materiali e immateriali al servizio della montagna – prosegue Teneggi – sembra davvero un paradosso se, al contempo, si chiudono servizi fondamentali per la crescita e le infrastrutture sembrano orientate a senso unico verso valle e non rappresentano, al contrario, un’opportunità per allargare verso la collina e l’alta  pianura  il bacino di fruizione dei servizi presenti in montagna". 
 
"E’ ormai chiaro a tutti – prosegue il direttore di Confcooperative – che la tenuta del Punto nascite e, più in generale, del presidio ospedaliero montano richiede una discussione più ampia sul sistema ospedaliero provinciale, sui flussi della domanda e sui tempi di accesso, ma la risposta non può essere aprioristicamente circoscritta ad una concentrazione sul capoluogo di provincia, ormai sempre meno raggiungibile anche dalla media montagna proprio per l’accentramento progressivo di imprese (e quindi di luoghi di lavoro), di servizi ai cittadini e grandi strutture commerciali". 
"I servizi della montagna – osserva Teneggi – non si possono chiudere, ma semmai vanno resi sostenibili proprio ampliando le possibilità di fruizione in un bacino più ampio, perchè così richiede un territorio esteso come quello reggiano, un’idea di sviluppo che sia per tutti e la necessità di non stressare ulteriormente il comune capoluogo". 
 
"In questo scenario – conclude il direttore di Confcooperative – la Regione sembra aver mostrato un’idea di mantenimento del Punto nascite con la richiesta di deroga al ministero: ora si attivi subito per capire gli orientamenti del nuovo Governo e, contestualmente, faccia i conti non solo sulla sostenibilità economica e tecnica del presidio, ma sui costi sociali (ed economici) della chiusura e sui vantaggi che possono derivare da un’estensione dell’area di utenza che riporti a monte ciò che per la montagna è un’opportunità e per la pianura, inevitabilmente, può diventare un problema".